Roma, 14 dic. (askanews) – Quattro le finalità strategiche che l’Agenzia spaziale italiana si prefigge di perseguire nei prossimi 10 anni: promuovere lo sviluppo di servizi e applicazioni per la Space Economy; promuovere lo sviluppo e l’utilizzo di infrastrutture per la Space Economy; accelerare e sostenere il progresso scientifico e culturale in un contesto di collaborazioni internazionali (science diplomacy); accrescere il prestigio internazionale del Paese (space diplomacy). Finalità declinate nel Documento di Visione Strategica 2016-2025 pubblicato online dall’Asi e introdotto dal presidente dell’Agenzia Roberto Battiston.
“Il macro-obiettivo strategico – spiega Battiston – è costruire un sistema in grado di stare nella ‘globalizzazione collaborativa e competitiva’ dello spazio”. La sfida “è stata raccolta con la creazione della Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio con lo scopo di definire nel modo più efficace la politica nazionale nel settore spaziale. Alla Cabina di Regia, che affida all’Asi il ruolo di architetto di sistema, partecipano tutti gli stakeholder del settore: università, centri di ricerca, industrie, pubbliche amministrazioni. Un lavoro che mette a sistema i canali d’intervento tradizionali della politica spaziale nazionale con le risorse e gli interessi delle varie amministrazioni pubbliche, coordinando il finanziamento congiunto (fondi nazionali, fondi strutturali europei, fondo per lo Sviluppo e la Coesione) delle iniziative spaziali ritenute prioritarie”.
Il risultato è il piano strategico Space Economy “che mira all’ottimizzazione ed estensione della catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti, così detto ‘upstream’, arriva fino alla produzione di prodotti e servizi innovativi. abilitati, così detto ‘downstream’ (servizi di monitoraggio ambientale, sicurezza, previsione meteo, etc.). Lo scopo è di consentire all’Italia di trasformare il settore spaziale nazionale – un patrimonio che vale un fatturato annuo di 1,6 miliardi di euro e dà lavoro di circa 6.000 addetti – in uno dei motori propulsori della crescita del Paese. A ben guardare, l’approccio del decisore politico al settore spaziale non è volto solamente a rendere più efficiente l’intervento pubblico ma lo mette su un piano diverso, ossia quello di motore e integratore dei processi d’innovazione tecnologica nella società”.
“Da oggi ai prossimi 10 anni il panorama certamente cambierà, mostrandoci nuove sfide scientifiche e tecnologiche, con ulteriori potenziali ricadute positive per il nostro Paese. È quindi necessario – prosegue Battiston – che il lavoro fatto dalla Cabina di Regia sia rafforzato e reso sistematico dalla legge di riordino della governance del sistema spaziale di cui da tempo si discute in Parlamento e che è lo strumento necessario per rendere sistematica l’azione di coordinamento iniziata nel 2014. Un passo fondamentale – conclude – per mantenere e rafforzare la posizione di potenza spaziale che, dalla geniale intuizione di Luigi Broglio ad oggi, l’Italia si è meritatamente guadagnata”.