Roma, 28 set. (askanews) – A plasmare l’ambiente di Marte potrebbe essere stata un’attività vulcanica esplosiva. A indagare sul passato del Pianeta Rosso un team di geologi della Louisiana State University, in collaborazione con i colleghi della Stony Brook University, dell’University of Tokyo e della Lehigh University, che hanno pubblicato sul Journal of Geophysical Research-Planets uno studio in proposito.
Gli scienziati Usa – si legge sul sito dell’Agenzia spaziale italiana – hanno studiato una regione di Marte chiamata Thaumasia Planum, estesa come il Nord America e che mostra un’altitudine insolita. Una caratteristica che ha incuriosito gli studiosi. Il team ha quindi effettuato delle analisi della chimica e della mineralogia della regione, basandosi sui dati raccolti dal Gamma Ray Spectrometer dell’orbiter Mars Odyssey, lanciato nel 2001. Hanno così scoperto che le dorsali montuose che delimitano questa regione sono probabilmente di origine vulcanica.
“I cambiamenti chimici che abbiamo riscontrato sono compatibili con l’evoluzione del mantello di Marte”, spiega Don Hood, coordinatore del gruppo Usa, e primo firmatario dello studio. I geologi americani hanno, in particolare, osservato un aumento di silice e acqua e una diminuzione di potassio. “Questi cambiamenti nella composizione chimica della regione ci dicono che l’ambiente è stato plasmato da una serie di eventi vulcanici”, aggiunge Hood. I geologi Usa hanno inoltre effettuato delle analisi chimiche sui laghi di lava Kilauea Iki, nelle Hawaii, che, secondo gli studiosi, hanno caratteristiche analoghe alle lave marziane.
Nella stessa regione di Thaumasia Planum gli esperti hanno riscontrato anche livelli di zolfo compatibili con la deposizione di polveri vulcaniche, frutto di eruzioni esplosive sul Pianeta Rosso. Eruzioni che avrebbero espulso una grande quantità di gas, influenzandone il clima. “Scoprire se su Marte c’è stata un’attività vulcanica esplosiva, e quanto è stata intensa – conclude Hood -, è molto importante per ricostruire il paleoclima del pianeta”. Anche nella prospettiva di future missioni umane. Un futuro prossimo, almeno secondo l’amministratore delegato di SpaceX Elon Musk che, all’International Astronautical Congress in corso in Messico, ha parlato della possibilità – se tutto dovesse andare per il verso giusto – di portare i primi uomini su Marte entro 10 anni.