Aerospazio italiano, il punto dopo sì condizionato Ue a Safran – askanews.it

Aerospazio italiano, il punto dopo sì condizionato Ue a Safran

Lug 21, 2016
Roma, 21 lug. (askanews) – Per l’aerospazio italiano è tutto, al momento, in linea con i programmi varati a livello europeo a suo tempo, senza scossoni inattesi o preoccupazioni particolari all’orizzonte.

Il via libera di ieri della Commissione Ue all’acquisizione di Arianespace da parte della joint venture Airbus Safran Launchers (ASL), come ricorda l’Agenzia spaziale italiana sul suo sito, arriva infatti a seguito della “decisione presa a dicembre 2014 dall’Agenzia Spaziale Europea durante la Ministeriale”.

L’intento dei paesi membri dell’Esa, all’epoca, era quello di aggregare le due realtà, una fornitrice di servizi di lancio l’altra leader della costruzione di vettori in Europa, per favorire l’integrazione ed abbattere i costi, migliorando la competitività con gli altri attori del settore.

Lo scorso febbraio, la Commissione aveva avviato una serie di indagini volte a scongiurare l’ipotesi che l’unione tra le due potesse favorire lo scambio uno scambio di informazioni che danneggerebbe i concorrenti del settore.

L’Asi su questo torna quindi ad evidenziare come il sì al merger sia in ogni caso condizionato, con la creazione di “barriere allo scambio di informazioni tra le due aziende, con particolare attenzione alla mobilità dei dipendenti attraverso la creazione di una procedura di arbitrato da inserire negli accordi di non divulgazione firmati con altri soggetti”. E la Commissione, tema fondamentale per la nostra industria, si è pronunciata anche sullo scenario che vedeva il futuro Ariane 62 – versione meno potente dell’Ariane 6 – favorito rispetto al lanciatore Vega.

“I due lanciatori hanno caratteristiche e prezzi differenti – si legge nel comunicato ufficiale dell’Antitrust – e inoltre i due possono essere utilizzati raramente nella stessa missione. Anche se si dovesse realizzare quest’ultima ipotesi, ASL non potrebbe discriminare Vega poiché ELV (la joint venture tra Avio e l’Agenzia Spaziale Italiana che produce il lanciatore) è coinvolta nello sviluppo dello stesso. L’Esa inoltre potrà esercitare il ruolo di controllore super partes”.

In questo contesto, e con queste assicurazioni di merito, certamente la posizione di Avio non può che essere allora di allineamento alla decisione presa a Bruxelles, potendo così proseguire nell’impegno a lavorare bene nel nuovo schema europeo che emerge per garantire competitività ad entrambi i lanciatori.

Secondo Bruxelles non ci sarebbe poi da temere neanche in tema di competitività tecnologica dato che, sia la Space X di Elon Musk che l’azienda russo-americana ILS, offrono servizi di lancio e i produttori di satelliti avranno la possibilità di valutare le alternative fornite dal mercato.