“I minerali che abbiamo individuato nella zona centrale brillante del cratere Occator devono necessariamente essere stati formati dall’interazione con l’acqua”, aggiunge De Sanctis.
“Da sottolineare l’importanza del ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana” – evidenzia Raffaele Mugnuolo, responsabile di programma per la partecipazione alla missione Dawn – “nel garantire la partecipazione italiana alla missione attraverso un accordo con Nasa e DLR, e successivamente per la realizzazione dello strumento VIS-MS, e per il pieno supporto al team scientifico italiano che, messo nelle giuste condizioni, riesce a raggiungere eccellenti traguardi come questo”. Nel team che ha condotto lo studio, pubblicato online sul sito web della rivista Nature nell’articolo Bright carbonate deposits as evidence of aqueous alteration on Ceres hanno partecipato, oltre a Maria Cristina De Sanctis, anche i ricercatori Inaf Andrea Raponi, Eleonora Ammannito (University of California Los Angels e associata Inaf), Mauro Ciarniello, Filippo Giacomo Carrozzo, Federico Tosi, Francesca Zambon, Fabrizio Capaccioni, Maria Teresa Capria, Sergio Fonte, Michelangelo Formisano, Alessandro Frigeri, Marco Giardino, Andrea Longobardo, Gianfranco Magni, Ernesto Palomba, Simone Marchi (Southwest Research Institute e associato Inaf) e Raffaele Mugnuolo (Agenzia Spaziale Italiana).