Como, 27 set. (askanews) – Due grandi maestri della scultura, separati da oltre due millenni di storia, ma in fondo vicini. Villa Carlotta, museo e giardino botanico di Tremezzina, sul lago di Como, ospita la mostra “Canova, novello Fidia”, che mette a confronto lo scultore neoclassico italiano con forse il più grande artista della Grecia Classica.
“Per Villa Carlotta – ha detto ad askanews la direttrice, Maria Angela Previtera – è un evento molto importante, perché per la prima volta riusciamo a portare nelle collezione dei pezzi e dei reperti antichi che provengono dai Musei nazionali archeologici di Napoli e di Firenze, dai Musei reali di Torino e anche dalle collezioni dell’Accademia di Brera a Milano”.
L’esposizione, che si inserisce nelle celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova, parte da un rifiuto, quello che effettivamente innesca il rapporto tra i due artisti. “Canova – ci ha raccontato il professor Gianfranco Adornato, docente di Archeologia a Pisa e curatore della mostra – incontra Fidia nel 1815 a Londra, è un incontro metaforico, ma in quella data Canova viene invitato da Lord Elgin a restaurare i marmi del Partenone, da poco arrivati nella capitale britannica. È un caso eccezionale, perché Canova si rifiuta di restaurare l’opera del maestro, uno dei sommi artisti del V secolo a.C. e si rifiuta di toccare quelle opere in quanto rappresentano la vera carne, la vera classicità”.
Al piano terra della villa è quindi possibile incontrare le riproduzioni romane delle opere di Fidia, come l’eccezionale torso dell’Amazzone ferita che proviene da Torino, in dialogo con le opere di Canova, il cui Palamede, poi, è posto accanto alla Testa di Apollo della Collezione Farnese, in un continuo rilancio, alimentato anche dagli specchi, del mito della bellezza maschile.
“Il secondo nucleo tematico – ha aggiunto il curatore – si sviluppa nelle sale del mezzanino e racconta la ricezione, dal Settecento ai giorni nostri, dell’antichità, di Atene nello specifico”. Qui sono esposti atlanti o album, come quello di Brera, che riproduce l’architettura e le sculture dell’Acropoli di Atene. Ma anche una delle due sole monete antiche arrivate fino a noi sulle quali è raffigurato lo Zeus in trono, la stata d’oro e avorio di Fidia che era collocata nel tempio di Olimpia, considerata la quarta meraviglia del mondo antico. Insomma, il mito e la storia che si intrecciano e che vogliono anche rafforzare la relazione del museo con il suo pubblico.
“Abbiamo scelto questo periodo autunnale – ha concluso la direttrice Previtera – per dare anche una proposta che possa destagionalizzare l’offerta turistica del territorio, che è una delle richieste che ci viene sempre fatta. Spero che il pubblico risponda”.
A rispondere, intanto, è il fascino della classicità, che a Villa Carlotta viene amplificato anche dalla sede espositiva. La mostra, che è co-curata anche da Elena Lissoni, resta aperta fino all’11 dicembre.