Roma, 5 lug. (askanews) – La spiaggia non c’è più, la casa di Neruda è abbandonata, ma tutto, a Pollara – sull’Isola di Salina (una delle Isole Eolie) – parla del Postino, l’ultimo film con Massimo Troisi. 28 anni dopo siamo andati nel luogo dove fu girato gran parte del grande successo cinematografico, che ha ricevuto anche il Premio Oscar per le musiche.
Sul “set” accompagnati da Maria Grazia Cucinotta, che nel 1994 era alle sue prime esperienze cinematografiche, aveva 26 anni. “Le emozioni sono immutate, aumentano ogni anno. Sono passati 28 anni, e nel frattempo sono cresciuta. Passi dall’emozione di una ragazzina alla prima esperienza a quella di una donna che ne ha vissute tante di emozioni, ma queste resteranno per sempre le più forti”.
“Sono arrivata qui da ragazzina, ora torno con mia figlia Giulia insieme al suo fidanzatino. È un ripetersi della vita, delle emozioni, dell’amore. Tutto ciò che è racchiuso nel film Il Postino”. “È un batticuore – dice – perché capisci che le cose belle durano per sempre, come le emozioni e il cinema ha questa magia di rendere tutto immortale”.
Passeggia nei luoghi che l’hanno fatta conoscere nel mondo cinematografica, con un pizzico di emozione e ricordi indelebili. La scena a cui è più affezionata? “La scena della cassetta, la scena finale. Tu risenti quel nastro con la voce di Massimo e rivivi ogni momento, rivivi la vita di quelle persone che non ci sono più fisicamente ma ci saranno sempre”.
Maria Grazia Cucinotta, che da 11 anni è madrina del Premio Troisi che si svolge a Salina, si fa portavoce di una missione importante: realizzare un cinema per l’arcipelago. “L’appello è di unirsi tutti per dare alle Isole un cinema, il cinema Massimo Troisi, penso sia un dovere da parte di tutti noi”.