Tripoli, 2 lug. (askanews) – “Aggiungo la mia voce ai manifestanti in tutto il paese. Tutti gli organi devono dimettersi, compreso il governo, e non c’è modo di farlo se non attraverso le elezioni”. Così, su Twitter, l’imprenditore Abdul Hamid Mohammed Dbeibah, primo ministro della Libia ad interim, ha reagito dopo l’assalto al parlamento libico a Tobruk, nell’Est del paese, avvenuto nella notte a opera di una folla di manifestanti inferociti per il caro-vita, la crisi energetica e sullo sfondo della perdurante rivalità politica fra due governi che si contendono il controllo del paese, quello di Dbeibah a Tripoli e quello di Fathi Bashagha, sostenuto dal parlamento a Tobruk e dal maresciallo Khalifa Haftar, uomo forte dell’Est del Paese.
Le proteste a Tobruk sono degenerate quando alcuni manifestanti hanno assaltato l’edificio del parlamento, dando fuoco a numerosi arredi e bruciando documenti ufficiali della camera. Un bulldozer guidato da un manifestante ha divelto un cancello dell’edificio, rendendo più facile l’irruzione dei manifestanti all’interno del Parlamento.
Questa manifestazione ha avuto luogo mentre il Paese è afflitto da diversi giorni da continue interruzioni di corrente e dal blocco di diverse installazioni petrolifere. “Vogliamo avere la luce”, hanno intonato i manifestanti.
Stephanie Williams, consigliere speciale del segretario generale dell’Onu in Libia, ha invitato, sempre su Twitter, alla cautela: “Il diritto del popolo a protestare pacificamente dovrebbe essere rispettato e protetto, ma sono del tutto inaccettabili rivolte e atti vandalici come l’assalto alla sede della Camera dei Rappresentanti ieri a Tobruk”. “È assolutamente necessario – ha aggiunto – mantenere la calma, che la leadership libica dimostri responsabilità e che tutti esercitino moderazione”.