Milano, 30 giu. (askanews) – L’accordo raggiunto con la Turchia di Erdogan affinché togliesse il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato ha un prezzo. Le concessioni fatte al presidente turco riguardano principalmente “la lotta al terrorismo”, come si legge nell’intesa. Che per Erdogan significa la lotta contro i militanti curdi, quelli del Pkk e ma anche quelli delle milizie Ypg, che hanno avuto un grande ruolo contro i terroristi dell’Isis, loro la battaglia di Kobane.
“È un tradimento contro la lotta del popolo curdo per la pace e la libertà, per i propri diritti nazionali”, ha commentato da Stoccolma Ahmed Karamus, co-presidente Congresso Kurdistan.
“È chiaro che la Svezia ha il diritto di tenere conto della propria sicurezza politica nazionale e di prendere qualsiasi decisione – ha aggiunto, con la consapevolezza che la scelta è avvenuta a causa della minaccia russa dopo l’invasione dell’Ucraina – ma il prezzo è stato la lotta e i diritti del popolo curdo, sono loro che ne pagano oggi le conseguenze”.
“Ogni curdo si sente preoccupato e deluso per quello che è successo. Non ci aspettavamo che il governo svedese si impegnasse in questo tipo di accordo”.