Roma, 28 feb. (askanews) – La biotecnologia può accelerare il processo di transizione ecologica dell’acquacoltura e limitarne l’impatto negativo sulla fauna marina. E’ l’idea dietro Ittinsect, una startup biotech che sviluppa mangimi per l’allevamento ittico utilizzando materie prime innovative.
Un progetto che le ha consentito di entrare nel Programma di Accelerazione ZERO di CDP Venture Capital , Eni, LVenture Group ed ELIS. E che può garantire prospettive di crescita per la startup grazie al forte sviluppo dell’economia del mare. Come sottolinea il ceo di Ittinsect Alessandro Romano.
“Ittinsect opera nel settore della blueconomy che è un settore in fortissima espansione e che si occupa della protezione del mare e dell’uso sostenibile delle risorse del mare (1:17) Ittinsect nasce per rendere l’acquacultura più sostenibile e quindi per ridurre l’impatto del settore dell’acquacoltura sul mare”.
Oggi infatti, spiega il chief technology officer Andrea D’Addazio, l’acquacoltura richiede fino a quindici milioni di tonnellate di pescato per produrre i mangimi necessari alla produzione.
“L’obiettivo della nostra startup è invece quello di andare a sostituire queste farine e questi prodotti che vengono direttamente dal mare con farine d’insetto ed altre fonti proteiche innovative ma anche con alcuni sottoprodotti agricoli derivanti, quindi da altre filiere, che vengono opportunamente trattati con processi biotecnologici affinchè possano essere idonei ad essere utilizzati come ingredienti”.
Ora l’obiettivo è arrivare a lanciare il prodotto sul mercato: “Grazie ai primi fondi che abbiamo ricevuto, anche grazie al programma di accelerazione zero a Roma siamo riusciti a validare il nostro prodotto precommerciale e ad aprire una piccola sede produttiva. Andando avanti e prima della fine di quest’anno abbiamo l’obiettivo di lanciare il primo mangime sostenibile per l’acquacoltura nel mercato. Per questo motivo stiamo facendo una raccolta di capitale di 550.000 euro”.