Milano, 4 dic. (askanews) – Tutto è cambiato, tranne la necessità di vedere bene. Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana (Soi) lancia un nuovo appello, per denunciare una situazione pericolosa per la salute degli occhi di tanti italiani.
“Il Covid 19 ha monopolizzato tutta l’attenzione e tutte le risorse: il risultato è stato che non siamo stati in grado di effettuare il 50% delle visite specialistiche oculistiche e degli interventi salvavista. In questo momento gli ospedali non sono più in grado di far fronte a questa richiesta che si è accumulata in un modo sproporzionato. Per questo noi dobbiamo informare e salvare il messaggio fondamentale che le cure salvavista devono essere totalmente rispettate, soprattutto nella tempistica”.
Oggi l’accesso è dilatato. Continui rimandi. I dati sulle liste d’attesa sono allarmanti: oltre due anni per un intervento di cataratta mentre le prenotazioni per le visite oculistiche negli ospedali sono state sospese fino a nuovo ordine. I pazienti oculistici vengono rimandati per anni. “Quindi è importantissimo che i nostri pazienti, le persone che hanno problemi, si responsabilizzino perché non è più come prima: lo Stato pensa a tutto. Adesso per la vista, dobbiamo riuscire in questa situazione, così critica, a trovare una soluzione che ci permetta di curarci al meglio”.
Il Sistema Sanitario nazionale non può fornire assistenza oculistica secondo Soi, che invita i pazienti a rischio perdita della vista a rispettare le indicazioni mediche. Eventualmente ricorrendo anche all’assistenza privata.
“Le persone devono essere consapevoli che chiunque oggi, anche se ha sempre visto bene, può perdere la propria vista e questa è una situazione molto impegnativa. Oltretutto sappiamo che da qui a fine 2030, il numero delle persone cieche in Italia è destinato a raddoppiare. Quindi l’informazione è fondamentale. Se si seguono le indicazioni terapeutiche e se ci si cura al meglio, come oggi è possibile nel nostro Paese, perché l’oculistica italiana è la migliore
del mondo – ogni anno i 7000 medici oculisti salvano la vista a 1.400.000 persone – riusciremo a limitare i danni; perché purtroppo questa pandemia ha creato un danno straordinario e che nessuno di noi ha mai sperimentato prima”.
Nel 2020 sono stati eseguiti circa 250mila interventi contro i 650mila del 2019. E se le terapie per le maculopatie erano già garantite solo al 30% delle persone che ne avevano bisogno, oggi questa copertura si è ulteriormente ridotta al 10%: vuol dire che il 90% di chi necessita di una terapia per la maculopatia, non la riceve e potrebbe restare cieco.