Roma, 1 dic. (askanews) – Tanti bambini, anche molto piccoli, tra i migranti ospitati temporaneamente nel centro logistico di Bruzgi, in Bielorussia, vicinissimi al confine con la Polonia. Fuori c’è la neve. Per la maggior parte sono curdi-iracheni, i quali hanno raggiunto la Bielorussia nella speranza di entrare in Europa tramite il confine polacco.
Varsavia intanto ha esteso lo stato di emergenza per limitare l’accesso al confine con la Bielorussia. Una misura che vieta a tutti i non residenti, inclusi giornalisti e ong, di avvicinarsi all’area di confine, dove sono bloccati migliaia di migranti, provenienti soprattutto dal Medio oriente.
Contro i migranti, la Polonia ha costruito un recinto di filo spinato e dispiegato migliaia di soldati al confine con la Bielorussia. Secondo la stampa polacca, almeno 12 persone sono morte da entrambi i lati del confine.
Human Rights Watch questa settimana ha accusato Varsavia di condividere le responsabilità per le atroci sofferenze dei migranti nell’area di confine, accudando Bielorussia e Polonia di “gravi violazioni dei diritti umani”.