Milano, 7 mag. (askanews) – Il comparto delle bevande analcoliche ha pagato un prezzo salato per la pandemia. Reduce da anni di consumi in calo, ha subito il duro contraccolpo delle restrizioni e ora guarda con incertezza ai prossimi mesi. Le misure dovrebbero allentarsi ma pesano le incognite legate soprattutto a due tasse in arrivo all’inizio del prossimo anno. Ne abbiamo parlato con Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, l’associazione delle aziende di bevande analcoliche in Italia.
“Il 2020 per il mondo delle aziende che operano nel mondo delle bevande analcoliche è stato un anno molto difficile. Le chiusure del canale horeca, che è uno dei tre canali dove queste aziende operano insieme alla grande distribuzione e all export, ha portato un calo delle vendite del 40% medio sull anno. Questo è la conseguenza di della chiusura di bar ristoranti ma anche dello Smart Working che ha ridotto le pause pranzo nelle grandi città, del turismo internazionale, delle città d’arte che si sono svuotate sono tutte cose che hanno pesato molto sui bilanci degli associati”.
Anche l avvio del 2021 non è stato promettente, scontando nei primi mesi praticamente le stesse limitazioni del 2020:
“Se guardiamo i dati di marzo del 2021 su marzo 2019 Ancora si registra un calo delle vendite del 57% quindi sicuramente siamo entrati in una fase nuova e auspichiamo tutti si possa incrementare la vaccinazione e avere aperture prolungate senza coprifuoco e così anticipati nel tempo ma la partenza del 2021 è stata fortemente negativa se confrontata col 2019”.
In Italia si contano 100 stabilimenti di bevande analcoliche e 80mila addetti, con un valore di mercato pari a 4,9 miliardi di euro. Numeri rilevanti, per un settore sul cui futuro pendono plastic e sugar tax. L’entrata in vigore della tassa sulla plastica è stata rimandata a gennaio 2022, un segnale di attenzione del governo accolto positivamente da Assobibe anche se, sottolinea, il problema è solo rinviato.
“Crediamo, e gli imprenditori hanno una visione positiva del futuro per definizione, che ripartiranno i consumi ma prevedere tassazioni in questo momento che colpiscono proprio i consumi è una follia. Noi auspichiamo che questo governo che ha una visione molto pragmatica approfondisca seriamente gli impatti di qualsiasi tassazione incluse Plastic e Sugar tax per riconsiderarle”.
Dall inizio del prossimo anno la stessa sugar tax, secondo le stime fornite, dovrebbe aumentare del 28% la pressione fiscale per ogni litro di prodotto. Un aggravio per Assobibe inutile e rischioso per le imprese in vista della ripartenza:
“La Sugar Tax per come è scritta in Italia non serve a ridurre l’obesità colpisce gli investimenti in innovazione delle imprese e in più in generale in nessuna parte del mondo la Sugar tax Ha avuto effetti positivi sui livelli di obesità”.
Negli ultimi 10 anni il settore ha investito circa 500 milioni di euro in innovazione e ricerca, incluso lo sviluppo di nuove ricette che hanno ridotto del 27% le calorie immesse nel consumo. Di qui una proposta rivolta a questo governo:
“Proponiamo un nuovo rapporto pubblico-privato in cui si lavora insieme a soluzioni che aiutano da un lato a consolidare il livello occupazionale e dall’altro a rendere per le imprese che hanno deciso di produrre e vendere in Italia sempre più facile farlo incentivando investimenti, valore per l intera filiera e non colpendola togliendo quella liquidità di cui si ha bisogno in questo momento storico”.