Roma, 31 mar. (askanews) – La Cina continua a negare indagini approfondite presso l’Istituto di Virologia di Wuhan, un biolaboratorio in cui il governo di Pechino studiava fra le altre cose proprio la trasmissione dei coronavirus dagli animali agli esseri umani.
Il nuovo diniego cinese arriva dopo che proprio il numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, finora accusato dai critici di essere troppo compiacente nei confronti della Cina, ha inasprito i toni dicendo di essere pronto a inviare esperti per indagare sull’ipotesi.
Il team dell’Oms che ha visitato la Cina all’inizio di febbraio, sempre accompagnato da una squadra di scienziati e poliziotti cinesi, ha effettuato una breve visita presso l’Istituto di Wuhan, e nel suo rapporto finale ha definito l’ipotesi della fuga del virus dal laboratorio come “estremamente improbabile”: Il capo dell’Oms ha però affermato di ritenere che “questa valutazione non è stata abbastanza approfondita”.
“Spero che i nuovi studi collaborativi si baseranno su una
condivisione dei dati più ampia e veloce”, ha aggiunto Tedros, ricordando come gli esperti inviati in Cina gli abbiano più volte parlato “delle loro difficoltà di accesso ai dati originali” durante la loro permanenza nel paese.
La portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying oggi ha insistito sulla tesi del regime di Pechino che negli ultimi mesi attraverso i suoi media ha cercato di diffondere in patria e all’estero l’idea che il virus abbia avuto origine altrove, in particolare negli Stati Uniti o in Italia: “Sappiamo che i dubbi esistono sempre a livello internazionale. Sappiamo anche che nei primi giorni ci sono state molte notizie di focolai in molti posti nel mondo. Sappiamo anche che ci sono oltre 200 laboratori biologici di primo livello nel mondo, per esempio uno in Fort Detrick. Quindi se ce n’è bisogno, credo che dovremmo lasciare gli scienziati condurre le loro ricerche in altri laboratori in giro per il mondo, con spirito scientifico”.
Una risposta indiretta anche alla sua omologa portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, che poche ore prima aveva bocciato i risultati dell’indagine di febbraio dell’Oms insistendo:
“Abbiamo detto a lungo come ho appena ricordato che in essa mancano dati cruciali, manca l’accesso ai siti, manca trasparenza, non è all’altezza, non è all’altezza dell’impatto che la pandemia ha avuto sulla comunità internazionale”.
Gli americani hanno più volte sottolineato che la squadra inviata a febbraio non comprendeva uno specialista in grado di valutare la sicurezza dei laboratori. Washington e Londra sono tornati a criticare aspramente il rapporto della missione dell’Oms, accusando ancora una volta Pechino di “negare l’accesso a dati e campioni completi e originali”, in una dichiarazione, firmata anche da altri 12 paesi tra cui
Australia e Canada.