Milano, 9 giu. (askanews) – “Non ci sono persone di serie A o di serie B, quindi se la Regione (Lombardia, ndr) ha imposto con un decreto che chi si opera in ospedale debba poter fare il tampone per la sua sicurezza e la sicurezza degli altri, non si può creare una discriminazione incredibile e irrecivibile di non dare la stessa opportunità anche a chi si opera al di fuori degli ospedali o del Sistema sanitario nazionale”.
Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmica Italiana (Soi), lancia un nuovo allarme sociale per proteggere i pazienti affetti da problemi agli occhi come maculopatia, cataratta,
glaucoma e che necessitano di urgenti interventi chirurgici. Il necessario lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 ha spinto molti di loro a restare a casa per evitare possibili occasioni di contagio. Ora però, ha spiegato, con le dovute cautele è tempo che riprendano
le cure per non andare incontro a conseguenze gravi per la loro vista, e l’unico modo per poterlo fare in sicurezza è poter eseguire il tampone naso-faringeo per accertare se si è
contagiati o meno dal coronavirus.
“L’obiettivo – ha precisato – è che in tutta Italia sia possibile fare questo. È incredibile come, una volta che è stato appurato, e lo ha dimostrato il Veneto, che i tamponi sono l’unico mezzo per identificare i pazienti potenzialmente contagiosi ma che non sono
sintomatici è ovvio che se non risolviamo questo problema non riusciremo mai neanche a contenere il virus perché permetteremo a persone contagiose di mischiarsi a persone perfettamente sane. È una follia. Ai pazienti voglio dare la garanzia che noi già attuiamo in tutti gli ambulatori oculistici tutta una serie di ‘selezione dei pazienti’ per cui chiediamo tutte le informazioni a salvaguardia di tutti, li informiamo che il personale è negativo e che il centro è stato sanificato e quindi non esiste alcuna opportunità di poter essere contagiati e questa è la prima cosa”.
I pazienti più a rischio, sono chiaramente gli over 65, per i quali, ha concluso Piovella, è necessaria una maggiore forma di tutela, dei diritti e della salute.
“È il Centro che pagherà questa cosa – ha precisato – quindi non è un aggravio, però il metodo più rapido e meno discriminatorio nel caos di oggi è l’accesso libero, su richiesta del paziente, a un tampone da effettuarsi privatamente che ti libera da tutti i
vincoli, i lacci, i laccetti, le sciocchezze e la burocrazia di un sistema sanitario che non funziona per niente”.