Milano, 15 gen. (askanews) – L’Italia dell’alta ristorazione scalda i motori per la 32esima edizione del Bocuse d’or che sarà a Lione nel 2021. In vista della sfida europea di maggio a Tallin, il 27 gennaio ad Alba verrà scelto il team Italia tra i tre annunciati mercoledì 15 gennaio a Milano da Cracco in Galleria. Per l’ambito premio dedicato allo chef francese Paul Bocuse, due anni fa è nata l’accademia presieduta da Enrico Crippa, patron del tre stelle michelin di Alba Piazza Duomo. A lui abbiamo chiesto che edizione sarà questa per l’Italia
“Quest’anno è un anno di svolta – ha spiegato – siamo riusciti a creare un team che porti avanti il discorso dell’accademia Bocuse d’Or supportati dalla Federazione italiana cuochi che ha un numero immenso di associati e un bagaglio di competizioni internazionali e nazionali di cucina e pasticceria molto importante”.
Quest’anno a supportare l’Accademia Bocuse d’Or Italia c’è anche la Federazione italiana cuochi presieduta Rocco Pozzulo:
“Per noi è un grande onore – ha detto – e quando Crippa ci ha chiesto supporto eravamo molto felici. Daremo disponibilità e saremo al fianco del Bocuse d’Or per rimarcare sempre più che vogliamo garantire una maggior presenza della cucina italiana nel panorama dei concorsi internazionali e i podi sempre più alti”.
Il Bocuse d’Or è un sogno mai realizzato per l’Italia, che negli anni non è mai riuscita ad arrivare in vetta. In molti puntano il dito sull’assenza delle istituzioni a tutti i livelli che dovrebbero supportare il sistema ristorazione anche economicamente
“Le altre nazioni come il Nord Europa non hanno una tradizione gastronomica forte come la nostra o come quella francese ma le istituzioni la sostengono moralmente ed economicamente in modo molto forte. Le risorse economiche servono a un concorrente che rappresenta il territorio come l’Italia a lasciare il lavoro per diversi mesi anche per un anno per fare ricerca continua e prepararsi in maniera impeccabile per un concorso come il Bocuse d’or”.
“La cucina italiana è apprezzata in tutto il mondo, i nostri prodotti invidiati ovunque ma ahimè non c’è mai un riscontro importante dalle istituzioni per quest concorso. Cerchiamo di fare capire che se lo Stato ci aiuta portiamo avanti un discorso nazionale: a noi interessa arrivare a quel risultato perchè siamo italiani”.
Al di là dell’assenza delle istituzioni, ai team italiani è mancata anche una certa abitudine a misurarsi in contesti competitivi come il Bocuse d’Or
“Sicuramente è mancata esperienza. La vita quotidiana di un cuoco in un ristorante è una cosa, partecipare a un concorso così è un lavoro leggermente diverso. Noi come italiani a volte usciamo dalle regole, facciamo un po’ i birichini”.
Tra i tre team che si sfideranno il 27 ad Alba ce n’è uno composto interamente da donne, guidato da Marialuisa Lovari del Cucina Donnaluisa di Ambra nell’aretino. Una novità per il nostro Paese.
“Penso sia importante questo fattore perché la donna a volte è più calma, precisa, il tocco femminile è riconoscibile nelle cucine. Siamo molto contenti di avere un team al femminile e auguro loro in bocca al lupo”.
Gli altri due chef chiamati a guidare i team sono il sous chef di Cracco, Alessandro Bergamo e Andrea Del Villano anche lui sous chef originario di Anzio.