Roma, 12 set. (askanews) – Capire da dove veniamo e dove andiamo. E’ il grande respiro della mostra “La Botanica di Leonardo. Per una nuova scienza tra arte e natura”, allestita nel complesso monumentale di Santa Maria Novella, a Firenze, dove Leonardo visse nel periodo in cui lavorava alla Battaglia di Anghiari.
Al culmine delle celebrazioni leonardiane, la mostra, curata da Stefano Mancuso, Valentino Mercati, e Fritjof Capra, nasce dalla fusione di intenti tra Comune di Firenze e Aboca ed esplora gli studi botanici del genio di Vinci, poco noti malgrado la sua enorme fama.
Il fisico e saggista Fritjof Capra: “Ci concentriamo sulla botanica e illustriamo anche la sua unica sintesi tra arte e scienza. E l’immagine che emerge è quella di un Leonardo da Vinci come pensatore sistemico ed ecologista, uno scienziato e un artista con un rispetto profondo per tutte le forme della vita, la cui eredità è molto rilevante per il nostro tempo”.
Attraverso tavole originali, installazioni interattive e piante reali, il visitatore viene introdotto in un percorso che rispecchia il pensiero sistemico di Leonardo, in particolare nel rapporto con la natura. Innumerevoli le sue intuizioni sul funzionamento delle piante Stefano Mancuso, professore ordinario all’Università di Firenze:
“Come si dispongono le foglie su un ramo, come si accrescono le piante, come rispondono alla gravità e alla luce. Queste sono tutte quante delle primizie scientifiche, la prima volta che qualcuno si occupa di questi problemi e ne individua le cause reali”.
Vero trait d’union dell’esposizione è stato il lavoro di Valentino Mercati, nella doppia veste di curatore e amministratore delegato di Aboca, azienda che da più di 40 anni si occupa del rapporto profondo tra uomo e natura.
“Aboca è un’azienda che lavora nel portare tutti spessori ancora oggi indispensabili della natura. E Leonardo è stato il nostro primo pensatore. E’ stato il primo scienziato che ha accumunato le scienze umanistiche con le scienze tecnologiche. Cerchiamo con questa mostra di far proprio trasmettere questo pensiero, che è di Leonardo e anche il nostro”.
La mostra rimarrà aperta fino al 15 dicembre.