Roma, 11 feb. (askanews) – Promuovere la parità di genere nelle organizzazioni di ricerca attraverso l’adozione di Piani di uguaglianza di genere (GEP) negli enti di ricerca e nelle università. È l’obiettivo del progetto europeo “MINDtheGEPs – Modifying institutions by developing gender equality plans”, della durata di 4 anni, finanziato con 3 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020 a cui partecipa il Cnr con l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps), il Comitato Unico di Garanzia e la Direzione centrale attraverso l’unità di misurazione della performance.
Un tema quanto mai attuale ricorrendo oggi la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza, istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti proprio per promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze.
Il progetto MINDtheGEPs – coordinato dall’Università di Torino e che coinvolge oltre all’Italia partner di Polonia, Serbia, Svezia, Irlanda, Spagna e Olanda – prevede iniziative di training, early stage careers, azioni di mentoring, formazione del top management su pregiudizi e stereotipi di genere, strategie per promuovere l’inclusione nel lavoro scientifico, azioni di conciliazione vita/lavoro nelle aree della ricerca.
“Questo progetto europeo – spiega ad askanews Ilaria di Tullio del Cnr-Irpps, referente del progetto europeo insieme a Lucio Pisacane dello stesso Istituto – permetterà al Cnr per la prima volta di dotarsi di un Piano di uguaglianza di genere (GEP). L’adozione di GEP da parte delle istituzioni di ricerca sarà un requisito essenziale per poter accedere ai finanziamenti del prossimo programma quadro Horizon Europe. Dopo un anno di passaggio, – precisa di Tullio – pensato per far sì che ci si possa mettere in regola, possedere un GEP sarà considerato requisito essenziale per poter sottomettere delle proposte. Chi non lo avrà, dunque, non potrà accedere ai fondi di Horizon Europe e questo rappresenta una vera novità per la programmazione europea”.
Il progetto si dedicherà in primo luogo alla mappatura dei dati esistenti relativi al personale, alle carriere e alla produzione scientifica e alla creazione di nuove evidenze empiriche sulle barriere alla parità. “Al Cnr per questa prima fase partiamo già da una base solida. Il Cnr-Irpps – spiega Ilaria di Tullio – alla fine dell’anno scorso ha elaborato il primo Bilancio di Genere che ci consente di accedere alla prima fase del processo che porterà alla formulazione del GEP che prevede proprio la ricognizione di dati statistici. Il Bilancio di Genere offre una fotografia della situazione attuale del CNR dal punto di vista della rappresentanza femminile sia nei ruoli di accesso alla ricerca che nei ruoli apicali. Una fotografia che rispecchia la multidisciplinarietà dell’ente e da cui emerge il gap ancora molto evidente nelle discipline STEM”.
“Dell’elaborazione del Piano di uguaglianza di genere si occuperanno organi specifici in stretta collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia (CUG) e la Direzione centrale attraverso l’unità di misurazione della performance. Insomma siamo lanciatissimi su questo progetto che ci auguriamo – sottolinea di Tullio – trovi il pieno sostegno di quella che sarà la nuova amministrazione del CNR”.
Il mandato dell’attuale presidente del Cnr Massimo Inguscio è infatti scaduto da tempo, l’ultima proroga scadrà il prossimo 14 febbraio. E nel Cnr l’auspicio è che possa trattarsi di una donna. “Il CNR, fondato nel 1923, si avvicina ai suoi primi 100 anni di vita durante i quali – osserva Ilaria di Tullio – non ha mai avuto una donna presidente. Il nostro augurio è proprio di vedere una donna alla guida dell’ente anche sull’onda della scelta di Antonella Polimeni a rettrice della Sapienza di Roma. Un presidente donna sarebbe davvero un grande segnale di cambiamento per questo ente così importante per la ricerca”.
Nella cinquina di candidati alla presidenza dell’ente, circolata sulla stampa, c’è solo una donna: Cristina Messa. Laureata in Medicina, specializzata in Medicina nucleare, fino al 2019 è stata rettrice dell’Università di Milano Bicocca. Il suo nome circola in questi giorni anche come possibile nuovo ministro dell’Istruzione.