Roma, 23 nov. (askanews) – L’Università di Trento, già impegnata in un progetto sul cervello bionico, ora rilancia con una tecnologia ancora più avanzata e con un occhio attento all’industrializzazione per il mercato dell’ICT (dalle reti metropolitane per le esigenze delle smart city ai data center necessari in una società sempre più digitale) grazie al progetto ALPI per lo sviluppo di una piattaforma neuronale ottica evoluta, vincitore lo scorso luglio di un Proof of Concept Grant dell’European Research Council, finanziamento destinato a proposte dalla potenzialità applicativa. Il progetto sarà presentato ufficialmente online il 25 novembre alle 16.
Questo riconoscimento, ottenuto da parte della più importante organizzazione europea che finanzia la ricerca di frontiera, coinvolge anche HIT – Hub Innovazione Trentino, fondazione per il trasferimento tecnologico che ha accompagnato la candidatura del Dipartimento di Fisica di UniTrento e che risulta direttamente beneficiaria del grant per attività utili alla realizzazione del PoC, ovvero per mettere a punto un primo prototipo funzionante della tecnologia. Lo scopo di questa specifica categoria di incentivo è verificare la fattibilità pratica di concetti scientifici, esplorare opportunità di mercato e preparare domande di brevetto.
Nella prima fase – spiega l’Università di Trento – HIT si è occupata dell’analisi del potenziale innovativo della tecnologia, confrontando le sue caratteristiche con quelle di tecnologie concorrenti provenienti dagli USA e dalla Cina. HIT accompagnerà il professor Lorenzo Pavesi, coordinatoire del progetto, anche nelle fasi di definizione del piano di business e della strategia di commercializzazione della tecnologia. Inoltre, vede la partecipazione di SM Optics (azienda del gruppo Siae Microelettronica, multinazionale nella fornitura di apparecchiature per reti di telecomunicazione) e ST Microelectronics (azienda italo-francese, per la produzione di componenti elettronici a semiconduttore), presenti come advisors.
Il progetto Alpi (ALPl optical signal recovery by Photonic neural network Integrated in a transceiver module) coordinato da Lorenzo Pavesi, professore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, può contare su 150 mila euro per sviluppare da qui alla primavera del 2022 un ricetrasmettitore ottico che includa un circuito neurale per compensare le distorsioni nonlineari dei segnali che viaggiano ad alta velocità e densità su fibra ottica. Basato su un approccio di apprendimento automatico, il nuovo circuito ottico integrato dovrebbe essere in grado di compensare, in tempo reale, un segnale ottico scadente e di correggerne eventuali distorsioni.
Per raggiungere lo scopo, il team di ricerca proverà a integrare nel collegamento ottico il circuito fotonico neuromorfico che sta sviluppando nell’ambito di Backup, progetto che da oltre un anno vede il Dipartimento di Fisica dell’Ateneo di Trento coordinare una complessa attività di ricerca interdisciplinare che coinvolge anche il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione, il Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata Cibio e il Centro interdipartimentale Mente/Cervello CIMeC di UniTrento. Backup, che vuole svelare la relazione tra connettività cerebrale e funzione mediante la fotonica integrata, lavora infatti a un sistema ibrido elettronico-fotonico-biologico, un chip in grado di emulare il modo in cui il cervello elabora e memorizza l’informazione.