Roma, 8 ott. (askanews) – “Lo spazio è nelle nostre vite, nei nostri telefonini, nelle televisioni, ci consente di monitorare il clima, di avere un’agricoltura di precisione, di verificare la stabilità degli edifici come le scuole, di evitare il traffico. Senza spazio non avremmo tante tecnologie che permeano le nostre vite e influenzano tantissimo la nostra economia. Per questo si parla sempre più di space economy come grande opportunità di avanzamento della nostra economia”. Così il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti aprendo al Miur la presentazione della prima edizione del “New Space Economy European Expoforum- NSE”, che si svolgerà alla Fiera di Roma dal 10 al 12 dicembre 2019.
“L’Italia – ha detto ancora il ministro – ha una grande tradizione in ambito spaziale, abbiamo centri di eccellenza come il Cira dove vengono a testare tecnologie da tutto il mondo, industrie grandi e piccole. Abbiamo tutte le condizioni per essere davvero grandi player nella space economy, abbiamo non solo ricercatori e innovatori ma aziende”. “Anche dal punto di vista della governance abbiamo il Comitato interministeriale per le politiche spaziali, un’ottima collaborazione tra il mondo della scienza, della ricerca, della difesa, dell’impresa. È nelle nostre possibilità usare questa grande capacità italiana di esplorare nuove conoscenze nel campo dello spazio per realizzare quegli impatti economici che in altri Paesi ci sono stati con molta meno capacità tecnologica rispetto a noi”.
L’Expo-Forum Europeo sulla New Space Economy (NSE), organizzato da Fondazione Edoardo Amaldi e Fiera Roma, ha proprio l’obiettivo di coinvolgere tutti gli stakeholder appartenenti a questo nuovo ecosistema: grandi e piccole aziende del settore spaziale, agenzie spaziali, governi, utenti ed investitori internazionali, businness angels e venture capital, PMI innovative da settori non spaziali, start-up e incubatori, centri di ricerca e università. L’obiettivo è quello di raggiungere anche gli attori che rappresentano nuove tecnologie e processi (ad es. AI, robotica, I4.0, Lean management, design ecc.), i servizi basati sui dati (ad esempio agricoltura di precisione, assicurazioni, ecc.) e gli attori di settori tradizionali (ad es. -food, medicine, meccanica, ecc.) che esprimono un potenziale nella contesto della NSE.
Che lo spazio sia volano di sviluppo economico lo confermano anche i dati forniti dal presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia. Nel 2018 la space economy inh Italia si è attestata su 190 milioni di euro che hanno generato 5 miliardi di euro, dunque un ritorno molto elevato. “In genere nel settore si calcola che ogni euro investito ne generi 4-5 – ha detto Saccoccia – ma in Italia il ritorno è più elevato”. Quanto all’occupazione, gli addetti sono circa 7.000, e negli ultimi tempi c’è stato un investimento sull’occupazione che ha portato all’ingresso di tanti giovani neolaureati, di cui circa un terzo sono donna. Anche geograficamente, accanto alle regioni tradizionalmente impegnate nello spazio – ha proseguito il presidente dell’Asi – come Lazio, Piemonte e Lombardia, si sono andate affermando anche altre aree come Puglia e Campania. Dunque si tratta di un comparto molto attivo che può ancora dare molto al Paese.
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