Roma, 1 feb. (askanews) – “Chi viene dalla storia dei firmatari della proposta di legge dovrebbe fare un discorso serio e profondo su quello che è stato l’Msi nella storia d’Italia”: così Andrea De Maria, deputato emiliano del Partito democratico, ha sintetizzato, in una conferenza stampa a Montecitorio, le radici della contrarietà espressa rispetto alla proposta di legge promossa da Fratelli d’Italia (primo firmatario il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli) sulla “violenza politica” degli anni 70 e 80. Alla conferenza stampa hanno preso parte i presidenti delle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi nere di piazza Fontana a Milano, di piazza della Loggia a Brescia e del 2 agosto a Bologna, oltre al presidente dell’Anpi. “Nella scorsa legislatura – ha ricordato De Maria – tante volte abbiamo contestato iniziative di FdI che mettevano in discussione anche verità accertate in via giudiziaria come ad esempio la natura fascista della strage di Bologna”. La preoccupazione è quindi che la pdl Rampelli “si presti a mettere in discussione procedure giudiziarie come quelle in corso in relazione alla strage del 2 agosto, che sono di grande valore per il Paese, ad esempio per quanto riguarda il ruolo della loggia P2 e dei servzi segreti nella vicenda”. A giudizio del deputato dem, quindi, “forse Fratelli d’Italia potrebbe dare un segnale di nuova maturità democratica ritirando la proposta di legge”. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna, ha ricordato che i processi di Bologna hanno determinato ta le altre cose “il connubio, il collegamento stretto fra i Nar, i vari personaggi neofascisti che hanno operato nella strage e i vertici dei servizi segreti italiani”. A suo giudizio “molti personaggi del Msi erano collusi con questi terroristi, non è assolutamente vero quello che ha detto la presidente del Consiglio, che il Msi è stato un partito democratico. Quella attuale è una nuova stagione? Allora – ha aggiunto – le collusioni del passato vanno dichiarate senza infingimenti”. Per Manlio Milani, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di piazza della Loggia, “questa proposta di legge sembra voler minare la fiducia nella magistratura e stravolgere la storia di quegli anni”. Federico Sinicato, presidente dell’associazione Piazza Fontana 12 dicembre 69, “è evidente che si tende a costruire una terza sponda oltre a quella giudiziaria e storica, di tipo politico, per far emergere una verità di maggioranza”. A giudizio dello storico legale dei familiari delle vittime “è evidentemente strumentale la proposta, per creare confusione e per dare voce a coloro che dovrebbero in primis assumersi delle responsabilità per quello che avvenne negli anni 70 e 80. Solo dopo ci si potrebbe trovare a discutere alla pari. Se non c’è questa assunzione di responsabilità non c’è possibilità di un confronto politico di tipo parlamentare e ci si deve limitare a quello giudiziario e storico”. “Condivido – ha detto dal canto suo Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi – il fatto che in sé la costituzione di una commissione non sia un problema, ma la preoccupazione è che serva non a fare piena luce ma a fare ombra. Ha ragione De Maria, la pdl è una chiara operazione politica, tesa a stravolgere la storia di quegli anni e non solo: ha fatto rumore il silenzio della presidente del Consiglio nel centesimo anniversario della marcia su Roma. Ora il presentatore della legge rifletta”. Bar/Int2
Anpi e familiari delle vittime del terrorismo: proposta Rampelli è operazione politica
De Maria (Pd): "FdI ritiri la proposta di inchiesta sugli anni di piombo"