Piazza Fontana, Sala: dopo strage risposta in difesa democrazia

Sono 53 anni che Milano è indignata, palude storia giudiziaria Paese

DIC 12, 2022 -

Milano, 12 dic. (askanews) – La strage di Piazza Fontana del 12 dicembre del 1969 rappresenta la “palude della storia anche giudiziaria” di Milano e del nostro Paese. Sono “53 anni che la nostra città è indignata”. Questo uno dei passaggi del discorso del sindaco di Milano Giuseppe Fontana in memoria delle 17 vittime della strage alla Banca nazionale dell’agricoltura. Sala ha ricordato le “immagini incredibili dei funerali dei morti della strage”, che si celebrarono tre giorni dopo lo scoppio della bomba: “C’è da rimanere attoniti a guardare quell’immagine, trecentomila persone di ogni età e provenienza in silenzio: quei funerali hanno contribuito in maniera decisiva a difendere la democrazia nel nostro Paese. La storia patria – ha osservato il sindaco – l’hanno fatta soprattutto gli italiani e le italiane che hanno dato a quelle bombe una risposta” e “tutti coloro che” nel corso degli anni “si sono ricordati di non dimenticare”. Quegli anni tragici, ha detto Sala, “sono stati anche gli anni della resistenza civile, del sogno civile di un Paese normale”. E se da una parte “l’impossibilità di stabilire con certezza i mandanti” è “una vergogna” questa “pagina dolorosa” è stata anche “una pagina virtuosa per quello che è successo dopo”, ha detto ai cronisti al termine della manifestazione. Sala, che è stato interrotto all’inizio del suo intervento dagli antagonisti che contestavano “lo Stato” per il 41 bis a cui è sottoposto l’anarchico detenuto in Sardegna Angelo Cospito, ha quindi affermato che “il senso di essere qui non è toccato per niente da qualche contestazione. Siamo qui soprattutto per i familiari delle vittime” e per sottolineare l’importanza della reazione civile che ne è seguita. Ecco perché, ha aggiunto Sala, occorre “tornare qui tutti gli anni” e “dobbiamo dire ai più piccoli cosa è successo in piazza Fontana”. E’ molto difficile che si arrivi a una verità completa, ha ammesso il sindaco: “Molti dei protagonisti non ci sono più. A Brescia stanno ripartendo con indagini e ricostruzioni del passato. Credo che giustizia deve in tutti i modi fare il suo corso”, ha concluso.