Smog Milano, 12 mag. (askanews) – “Serve la giustizia europea per consentire ai cittadini italiani di ottenere la protezione alla quale hanno diritto”. Questa la reazione dell’associazione Cittadini per l’Aria alla notizia della condanna dell’Italia (nella Causa C-573/19) per il mancato rispetto, “sistematico e continuativo”, del valore limite annuale fissato per il biossido d’azoto (NO2) in varie zone del Paese. Da anni, si legge in una nota, Cittadini per l’Aria chiede ai governi nazionali e regionali succedutisi nel tempo, una pianificazione che riduca molto più efficacemente e velocemente l’esposizione dei cittadini italiani agli inquinanti dell’aria, ed in particolare al biossido di azoto. Tali azioni si sarebbero dovute attivare 10 anni orsono e anche più, quando già era noto il contributo che il traffico, e la combustione dei carburanti fossili, dà alle concentrazioni dell’NO2 nelle nostre città. Al contrario questo tema sembra, nei fatti, essere lasciato sempre per ultimo. “Proprio questa mattina abbiamo chiesto audizione alle Commissioni Trasporti, Welfare e Ambiente della Camera”, dice Anna Gerometta, presidente dell’associazione. “La pianificazione e attivazione delle misure deve essere più veloce e più focalizzata a proteggere i milioni di cittadini che vivono nelle nostre città. Le misure incoerenti, come ad esempio il cosiddetto ‘Move in’ che consente ai diesel più inquinanti di circolare a Milano e Torino, vanno eliminate subito, mentre vanno adottate con urgenza tutte quelle misure – ormai note e sperimentate da tempo – che consentano di dimezzare il traffico nelle nostre città nel più breve tempo, dando spazio a una mobilità diversa”. “E’ tempo che l’Italia decida cosa vuole dell’inquinamento da biossido d’azoto, non solo i livelli erano elevati rispetto alle indicazioni dell’Unione Europea, ma oggi sono ancora più intollerabili per la salute della popolazione se si considerano le nuove raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”, aggiunge Francesco Forastiere, epidemiologo e Visiting Professor all’Imperial College di Londra. Significativo che le violazioni sistematiche e continuative si siano verificate nelle aree urbane, dove la popolazione vive assediata dalle auto e dove a giudizio dell’associazione, neppure durante il periodo della pandemia, si è posto in essere – come accaduto invece in tante città europee – un vero sforzo per trasformare la mobilità dando spazio alle persone, alla mobilità attiva e ad una visione nuova delle nostre città. Il biossido di azoto, che proviene principalmente dalle emissioni dei veicoli diesel, nelle città può avere, lungo le arterie di traffico, concentrazioni anche doppie rispetto al fondo urbano, esponendo chi vi cammina e chi vi abita ad un rischio grave a breve e a lungo termine. La ricerca scientifica ha ormai assodato un’associazione fra l’esposizione all’NO2 e mortalità e morbosità per tutte le cause, cardiovascolare o respiratoria, e cancro ai polmoni mentre molti studi hanno indagato e ricollegato a questo inquinante esiti alla nascita (basso peso, nascita prematura), disturbi metabolici (diabete tipo 1) e allo sviluppo neuro-comportamentale dei bambini. (segue)
Smog, “Cittadini Aria”: solo l’Europa si accorge degli italiani
Dopo condanne Corte Giustizia su particolato arriva quella su N02