Ue Bruxelles, 22 ott. (askanews) – Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è detto “molto soddisfatto” dalle conclusioni formali del Consiglio europeo, oggi a Bruxelles, sul tema dell’immigrazione. Durante la conferenza stampa al termine del vertice, Draghi ha citato in particolare due punti delle conclusioni, che sono stati modificati rispetto alla bozza iniziale: il paragrafo 20, originariamente concepito per aprire alla possibilità che l’Ue finanzi muri e barriere costruiti dagli Stati membri alle frontiere esterne, e il paragrafo 24, che doveva sottolineare la responsabilità dei paesi membri nell’arginare i “movimenti secondari”, ovvero i viaggi dei migranti verso paesi Ue diversi da quelli di primo arrivo, che dovrebbero invece farsene carico. “Sono molto soddisfatto di come si è conclusa la discussione su questi punti: il testo originario – ha spiegato Draghi – parlava solo di movimenti secondari, senza parlare di una adeguato equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Il testo attuale ha introdotto esplicitamente questo concetto”. Il punto 24 delle conclusioni, in effetti, afferma che “dovranno essere fatti degli sforzi sostenuti per ridurre i movimenti secondari, e per assicurare un giusto equilibrio fra responsabilità e solidarietà fra gli Stati membri”. Il secondo tema, quello dei muri, è legato al tentativo del regime bielorusso di destabilizzare l’Unione europea spingendo e ammassando i migranti alle sue frontiere con gli Stati membri (Polonia, Lettonia, Lituania). Il Consiglio europeo, si legge nelle conclusioni, “non accetterà alcun tentativo di paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici. Condanna tutti gli attacchi ibridi ai confini dell’Ue e risponderà in modo conseguente”. I leader, sempre nelle conclusioni approvate, invitano quindi “la Commissione a proporre qualunque modifica necessaria al quadro giuridico dell’Ue, e misure concrete appoggiate da un adeguato sostegno finanziario per assicurare una riposta immediata e appropriata, in linea con il diritto comunitario e gli obblighi internazionali, compreso il rispetto dei diritti fondamentali”. Questa frase, inizialmente “molto spinta dai 10-11 paesi che hanno scritto la lettera” alla Commissione “chiedendo di essere aiutati nel finanziamento per la costruzione di muri – ha ricordato Draghi -, ha avuto una evoluzione nel corso della discussione. Oggi è molto interessante come, a forza di cambiamenti, la frase si sia girata in una direzione completamente diversa”. Dopo aver letto tutta la frase, traducendola dall’inglese, il presidente del Consiglio ha osservato che “l’inclusione del riferimento ai diritti fondamentali, alla legge dell’Unione europea e agli obblighi internazionali già restringe in un certo senso le varie ipotesi”. “Ma – ha aggiunto – è la prima parte che è interessante: detta così sembra quasi un’apertura verso il finanziamento” dei muri, ma “questo non è assolutamente vero: nel senso che tutto questo comunque dovrà essere proposto dalla Commissione, che è contraria a finanziare ogni costruzione di muri, e approvato dal Consiglio europeo, dove non siamo d’accordo in tanti, a cominciare da noi”. E c’è, ha sottolineato Draghi, “anche un secondo modo di leggere questa apertura a cambiare la struttura legale dell’Unione europea per ciò che riguarda l’immigrazione. E’ stato posto in luce dalla presidente della Commissione europea”, Ursula von der Leyen, “che ha detto: ‘Beh, con questo linguaggio possiamo riaprire la discussione sul Patto Ue su asilo e immigrazione, che era ferma da più di un anno'”. Il Patto prevede, in particolare, una riforma per il superamento del Regolamento di Dublino, che impone la responsabilità esclusiva dello Stato di primo approdo nella gestione dell’immigrazione irregolare o illegale, un principio fortemente penalizzante per l’Italia e gli altri paesi mediterranei dell’Ue. Insomma, ha osservato Draghi, “per una strana eterogenesi dei fini, quello che doveva essere un paragrafo sul finanziamento possibile dei muri non contiene questa possibilità, di fatto, e in realtà ha aperto uno spiraglio sulla discussione che si era chiusa da un anno. Quindi – ha concluso il presidente del Consiglio – siamo soddisfatti, molto soddisfatti.
Ue, Draghi: soddisfatti da conclusioni vertice su immigrazione
"Eterogenesi dei fini", cambiato segno ai punti più problematici