Comunali Milano, 24 set. (askanews) – Il “manifesto” proposto dalla Confcommercio in vista delle elezioni comunali dedica poche righe al tema dell’edilizia residenziale pubblica, eppure sembra essere questo l’unico tema sul quale 12 dei 13 candidati sindaco di Milano, tutti insieme per la prima volta eccetto il medico novax Teodosio De Bonis, si sono trovati, con toni diversi, d’accordo. Per il resto, a partire dal fisco, le loro strade divergono, con il centrodestra che con Luca Bernardo promette tagli radicali a tasse e imposte locali e il centrosinistra di Beppe Sala che ritiene possibili solo piccoli aggiustamenti. Il pendolo dell’applausometro di Palazzo Castiglioni, ha rivendicato soddisfatto Bernardo, è sembrato pendere a suo favore, ma la formula scelta per dare lo stesso spazio a tutti, due domande a ciascun candidato e tre minuti a risposta, non ha necessariamente lasciato molto spazio agli approfondimenti. Di certo il quadro emerso è quello di una città nella quale, chiunque vinca dopo il voto del 3 e 4 ottobre, oltre all’eventuale ballottaggio, il primo e principale compito del nuovo sindaco sarà quello di cogliere “l’opportunità irripetibile” di aggiudicarsi la maggior quota possibile di fondi del Pnrr, fattore che per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “farà realmente la differenza rispetto al passato”. I prossimi cinque anni, ha osservato ancora il leader dei commercianti, “saranno determinanti per Milano che deve recuperare il terreno perduto – il terziario a Milano nel 2020 per le conseguenze dell’emergenza Covid ha perso circa 40 miliardi di euro – e riprendere a crescere. In sintesi questo significa sicurezza sanitaria, rilancio economico, nuova attrattività internazionale, nuove infrastrutture e rigenerazione urbana”. Layla Pavone (M5S) punta così sulla trasformazione di Milano in una “smart city”, Gianluigi Paragone (Milano Paragone Italexit e Grande Nord) vorrebbe che chi prende il Reddito di cittadinanza contribuisse a rendere la città più pulita, mentre Gabriele Mariani (Milano in Comune e Civica Ambientalista) si batte perché i ceti meno abbienti non siano “espulsi” dalla città a causa dei costi degli immobili, così come Natale Azzaretto (Partito Comunista dei lavoratori), Alessandro Pascale (Partito Comunista), Marco Muggiani (Pci), Bianca Miriam Tedone (Potere al Popolo). Mauro Festa (Partito Gay) vuole una riduzione drastica della burocrazia, Bryant Biavaschi (Milano inizia qui) vuole incentivare i parcheggi sotterranei. Infine Giorgio Goggi (Socialisti di Milano e Milano Liberale), che Sala, in caso di vittoria, vorrebbe coinvolgere, vista la sua passata esperienza di assessore.
Candidati sindaco Milano divisi su fisco, uniti su case popolari
Primo confronto da Confcommercio, Sangalli: "Pnrr farà differenza"