Milano, 10 mag. (askanews) – “Da inizio pandemia il 99% dei decessi per Covid è di persone di età superiore a 50 anni. Cioè coloro che hanno meno di 50 anni costituiscono soltanto l’1% dei morti per il virus”. Da questa dato di fatto il professor Davide Manca del Politecnico di Milano ha sviluppato uno studio per quella che ha definito una “Politica vaccinale alternativa” che sarebbe stata in grado di evitare migliaia di decessi.
Il docente – che pubblica dall’inizio della pandemia un Bollettino sulla diffusione del Covid utilizzato come strumento di previsione dell’andamento delle ospedalizzazioni da numerosi primari di ospedali italiani – parte dalla considerazione che sin dall’inizio della campagna vaccinale nazionale sono stati somministrati milioni di dosi a persone a basso o bassissimo rischio di decesso per Covid, essendo in età meno vulnerabili, e appartenenti al personale ospedaliero non sanitario, alle Forze Armate, al personale scolastico e a una indefinita categoria ‘Altro'”, in cui sono entrati soggetti di diverse categorie a seconda delle regioni, tra cui ad esempio gli avvocati in Toscana.
La “Politica vaccinale alternativa” proposta dal professor Manca come soluzione per la minimizzazione dei decessi è molto semplice: “Precedenza agli anziani”. Cioè “Prima gli over 90, poi gli over 80, poi gli over 70” e così via ma rispettando la priorità solo per tre categorie: gli operatori ospedalieri sanitari e sociosanitari, i soggetti fragili, personale e ospiti delle Rsa.
“Se avessimo utilizzato le dosi somministrate alle categorie non prioritarie per vaccinare con il criterio dell’ordine decrescente d’età – osserva Manca – ben 3.240 persone si sarebbero potute salvare in Italia dal 18 Febbraio”, giorno in cui sono iniziate le vaccinazioni degli ultraottantenni, come da programma della campagna vaccinale partita il 27 dicembre 2020.
Sarebbe bastato, secondo i calcoli del professore, aver inizato a vaccinare gli over 80 “soltanto 20 giorni prima per salvare 4.560 persone che invece sono decedute”. Inoltre, “se fossimo stati in grado di incrementare le somministrazioni giornaliere del 20%, pur iniziando dal 18 Febbraio e sempre nel rispetto del numero effettivo di dosi disponibili, avremmo salvato 4810 persone”. Si tratta di stime, precisa il docente universitario, calcolate “sempre nel rispetto delle reali somministrazioni assegnate alle categorie prioritarie ossia: personale ospedaliero sanitario, Rsa e soggetti fragili”.
Le vittime evitabili di Covid, conclude Manca, “continuano a crescere di giorno in giorno attraverso la misurazione della distanza tra il Piano vaccinale in atto e la ‘Politica vaccinale alternativa’ sviluppata nel nostro studio, che ha coperto tutte le regioni e province autonome d’Italia”.