Roma, 12 apr. (askanews) – Rovesciare la sfiducia per spingere alla partecipazione. E’ per questo, spiega Francesco Rutelli, che è nata la Scuola di Servizio Civico, del cui primo ciclo di studio si è celebrata oggi la conclusione con un convegno nell’Aula Magna di Roma Tre e la consegna degli attestati a 53 studenti. “Abbiamo concepito questo Corso di Alta Formazione per giovani desiderosi di accrescere le proprie competenze e contribuire all’amministrazione e alla gestione dei servizi complessi della Città di Roma. Con gli obiettivi di concorrere a rovesciare le tendenze di profonda sfiducia e dunque di indisponibilità verso il servizio pubblico, e di stimolare la partecipazione nello spazio pubblico per il bene collettivo. Una Scuola multidisciplinare, capace di formare competenze specifiche, anche contribuendo ad accrescere motivazioni di civismo”, ha spiegato il fondatore ed ex sindaco di Roma, precisando che 102 docenti e relatori hanno formato gli studenti.
Protagonista di una conversazione con l’architetto e urbanista Carlo Ratti sul modo in cui la pandemia sta trasformando le città, Rutelli si è chiesto: “Come è possibile che a Roma, e in quasi tutte le grandi città italiane, non si sia aperto un profondo dibattito, che si è invece aperto in molti altri Paesi, su come debba cambiare la città dopo il Covid? Chi è al governo, o chi vuole andarci, avrebbe il dovere di studiare tutto quello che cambierà, che sta già cambiando, nei principali settori della nostra vita organizzata, e dunque nei compi delle amministrazioni pubbliche. Dalla mobilità alla sanità, questi processi vanno governati, non subiti”.
Su come cogliere l’occasione del Recovery Fund, è intervenuta Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca: “I giovani devono avere gli strumenti e il coinvolgimento per prendere in mano la progettualità e i lavori del futuro. Metteremo fondi per borse di studio in dottorati di ricerca di interesse per la Pubblica amministrazione. Dobbiamo creare un welfare nelle università, con campus aperti alle città, e permettere ai giovani di muoversi anche all’interno dell’Italia, creando strutture e residenze. Dobbiamo rivedere la classificazione delle competenze e i corsi di laurea alla luce della complessità”. In questa prospettiva, “la Scuola di Servizio Civico offre un contributo innovativo per uscire dalla sfiducia”.
Il ministro Ministro Roberto Cingolani, il suo apprezzamento lo ha mandato via video: “Le dieci aree di insegnamento della Scuola di Servizio Civico riguardano tutte e da vicino i temi della Transizione ecologica”. E ha sottolineato che “la sfida nella sfida per la transizione ecologica è la transizione burocratica e che “un grande programma di educazione è indispensabile per gli obiettivi che riguardano le città e la sostenibilità urbana”.
Semplificazione ed efficienza dell’amministrazione sono state il focus della lezione del Presidente Emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese. E ancora via video è arrivato il saluto di Diego Della Valle: “La Scuola di Servizio Civico è una grande idea. Mi sono entusiasmato”. L’imprenditore – che ha voluto sostenere l’attività della Scuola – ha suggerito di aprire “questa iniziativa formativa alle altre regioni italiane. Voi ragazzi dovete rappresentare il futuro: avete la freschezza mentale per occuparvi del futuro. Dopo la pandemia, infatti, nulla sarà come prima. E la politica si occupa troppo delle polemiche del giorno, e non abbastanza di ciò che si dovrà fare domani”.