Milano, 30 mar. (askanews) – Un incontro a tre per scrivere una dichiarazione congiunta, una “carta dei valori” della “Europa che verrà”, “una nuova idea di Europa fondata sul lavoro, sul benessere, sulla famiglia”. E magari dare vita a un nuovo gruppo politico, “con la fusione tra Identità e Democrazia e i Conservatori”. Matteo Salvini torna sul palcoscenico europeo e rilancia un nuovo progetto, “un desiderio”. Ancora diverso dal nuovo gruppo ipotizzato solo 20 giorni fa. Ma ancora una volta riceve uno stop dall’Ecr: “Nessuna fusione alle viste”, replicano gli esponenti di Fratelli d’Italia.
Stavolta però la novità annunciata ieri sera e rilanciata con una conferenza alla Stampa Estera di Roma, è la presenza a Budapest giovedì, chez Orbàn, del premier polacco, esponente del Pis che è il partito più numeroso dell’Ecr. Ma da Fratelli d’Italia mostrano tranquillità: “Abbiamo appena finito la riunione del Consiglio dell’Ecr, è stata approvata, ovviamente anche dai polacchi, la relazione di Giorgia Meloni in cui si ribadisce che siamo la casa dei conservatori, pronti ad accogliere chi voglia contribuire, condividendo i nostri valori. A partire da Orbàn”.
Ed è intorno al premier ungherese che si gioca una partita cruciale per il futuro della destra europea. “Noi siamo pronti ad accoglierlo – ribadiscono dall’Ecr – e saremmo pronti a ragionare anche di un ingresso di Matteo Salvini. Ma pensare che possa entrare Afd o che Le Pen possa trovarsi nel gruppo con i polacchi, significa non conoscere le dinamiche europee…”. Insomma, accusano dall’Ecr, “Salvini è confuso: o non sa di che parla o parla solo per mischiare le carte”. Dall’Ecr osservano dunque il tentativo di Orbàn di recuperare protagonismo dopo l’uscita dal Ppe, anche a fini interni, “e Salvini si inserisce perchè ha in mente di poter realizzare un percorso che blocchi il tentativo di Giorgetti di traghettare la Lega nel Ppe”. Ipotesi che ancora oggi Salvini ha smentito seccamente: “Non è all’ordine del giorno l’ingresso della Lega nel Ppe, è un dibattito che interessa solo qualche giornalista italiano”.
Quanto ai polacchi, la presenza di giovedì non agita gli eurodeputati di Fratelli d’Italia: “Loro sperano in un’influenza di Salvini su Draghi, e comuinque se Orbàn li chiama loro vanno, si prestano. Ma ancora oggi – assicurano – hanno dato garanzie che si parte da Ecr”. Tanto che sulla carta dei valori annunciata dal leader leghista dall’Ecr sono scettici: “Vedremo cosa sapranno tirare fuori…”. (di Andrea Reale)