Milano, 30 mag. (askanews) – “Nel 2018 il Comune di Milano ha assegnato 341 case popolari in deroga e di queste 209 sono finite a immigrati: praticamente 6 alloggi su 10, fuori dalle graduatorie, finiscono soprattutto a extracomunitari sudamericani, nordafricani e asiatici. Si tratta di famiglie sfrattate o persone senza fissa dimora che non hanno i requisiti per partecipare ai classici bandi e quindi si rivolgono al Comune che procede alle assegnazioni dirette tramite una Commissione consultiva. Cosa penseranno i tanti che rispettano le regole e aspettano un casa da anni in graduatoria? Servono più controlli perché i cittadini chiedono norme chiare che valgano per tutti e non facilitazioni non oggettive che finiscono per premiare chi non ha i requisiti per accedere ai bandi”. Così Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega.
“Dall’accesso agli atti che ho richiesto al Comune per avere contezza della questione ho scoperto ancora una volta come il welfare a Milano continui a premiare gli stranieri: non è giusto che i tanti cittadini italiani in difficoltà si vedano sistematicamente scavalcare dagli ultimi arrivati nell’accesso a ogni tipo di servizio. Questa tendenza a favorire gli stranieri sembra ormai una prassi consolidata, alimentata da una propaganda anti-italiana della sinistra. Oltre alle politiche abitative – continua Silvia Sardone – ricordo le cifre della Bebè card (80% a mamme straniere), del sostegno al reddito (76% della Misura 1 a famiglie straniere con minori a carico), delle borse lavoro (50% a stranieri), dell’esenzione mensa (72% a stranieri). A Milano gli stranieri sono il 19% della popolazione eppure sono sempre maggioranza quando si parla di servizi sociali: la sinistra che non perde mai tempo nel gridare al razzismo cosa dice di fronte a questi numeri? Se c’è qualcuno che viene discriminato – ha concluso – a Milano non sono certo gli immigrati, ma gli italiani. Se da sempre pago le tasse nella mia città non posso vedermi scavalcare da extracomunitari appena arrivati”.