Roma, 28 mag. (askanews) – Il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini ha vinto le elezioni europee grazie ai social. Il leader della Lega, infatti, si è imposto scegliendo la stessa strategia che ha sempre utilizzato il Movimento 5 Stelle, applicando però un particolare schema. A rivelarlo è Giacomo Bruno, Presidente di Bruno Editore e noto “book influencer” che, in un’analisi sul voto, spiega la strategia del ministro dell’Interno.
“Salvini – sottolinea Bruno – ha usato lo stesso schema che noi utilizziamo per lanciare i nostri libri e portarli a Bestseller Amazon ovvero i canali social. L’editoria tradizionale, come dico spesso, sta morendo perché si ostina a vendere i libri con metodi vecchi e canali che ormai non funzionano più. Allo stesso modo tanti politici non si sono adeguati al mondo social. Il vicepremier, invece, ha scelto di innovare la propria comunicazione con una precisa strategia sui social. Una scelta che si è rivelata vincente”. Durante l’era della televisione, a partire dagli anni 90 e fino al 2000, grazie alle reti Mediaset, Berlusconi è riuscito a imporsi politicamente. Successivamente con l’avvento di Internet il successo è passato nelle mani di Beppe Grillo e del suo movimento, gli unici a utilizzare il web per comunicare con le persone.
“Dal 2018 ad oggi – spiega Bruno – si è sviluppata l’Era dei Social. Vince Salvini con i suoi selfie a tavola perché sui social, oggi, si deve comunicare raccontando il quotidiano, ‘parlando’ alla pancia degli elettori. Ricordate, giorni fa la polemica per il crocefisso nelle mani di Salvini, durante un suo comizio? Ebbene quella sembra essere stata un’abile operazione di comunicazione perché, con quel gesto, il leader della Lega ha incarnato la figura del politico ‘genuino’ che si interessa ai problemi basici dei cittadini con una dialettica diretta e semplice, rispondendo alle esigenze del quotidiano, come la casa, il lavoro, l’immigrazione, la sicurezza”.
Ma Salvini utilizza anche la tecnica della ‘vittima’ e quella dei ‘sorrisi e dei baci’. “Nel primo caso – sottolinea ancora Bruno – essendo attaccato da tutti, non solo compatta i suoi fan in sua difesa ma, nello stesso tempo, innesca il ragionamento che se tutti gli danno contro, evidentemente è perché lo temono. Mentre, nel secondo caso, rispondendo con dei sorrisi e dei baci a chi lo critica, il vicepremier comunica la sua superiorità agli occhi degli italiani. Salvini & Co., inoltre, utilizzano i Meme, ovvero dei contenuti animati della durata di pochi secondi che contengono degli slogan o delle frasi che rafforzano il convincimento o le credenze di un certo elettorato. Quindi chi pensa di interagire sui social utilizzando meccanismi di marketing superati come i banner, le grafiche o i video ‘ingessati’, è destinato a soccombere. È come se parlassero una lingua dimenticata che non ha più appeal”.
Secondo Bruno “stiamo assistendo ad un cambiamento epocale innescato da Obama. L’ex presidente americano, prima di chiunque altro, aveva compreso che le questioni politiche andavano discusse anche nelle piazze virtuali perché era lì che si era spostato il paese. Oltretutto, quando una discussione arriva a occupare le pagine dei giornali o dei telegiornali, nelle ore precedenti è stata innescata proprio dalle piattaforme social”.