Roma, (askanews) – La nave Sarost 5 ha attraccato a Zarzis, in Tunisia, dopo essere rimasta per più di due settimane bloccata in mare in seguito al salvataggio condotto dalla nave mercantile il 15 luglio scorso, a fronte del rifiuto di Malta, Italia e Francia di consentire il loro sbarco.
A bordo 40 migranti, tra cui due donne incinte, provenienti principalmente dall’Africa Subsahariana, Bangladesh ed Egitto. “Per favore aiutateci, non vogliamo andare in Tunisia, andare lì per noi è come andare all’inferno” è l’appello disperato di una delle donne a bordo. “La Tunisia e la Libia sono la stessa cosa, abbiamo bisogno di aiuto dagli europei, non dai tunisini, non vogliamo aiuto da Tunisi”.
“Quello che chiedo al governo tunisino – dice un’altra migrante – è di prendersi cura di noi e soprattutto di chiedere all’Europa di accettarci”.
E Adel Jarboui, Segretario di Stato tunisino per l’immigrazione, assicura: “La Tunisia è generosa e ha accolto queste persone per motivi umanitari, hanno ricevuto le cure necessarie e appena possibile lasceranno il Paese”.