Roma: al teatro Tordinona va in scena “InFamiglia”

Dopo il successo in Argentina arriva in Italia

OTT 26, 2017 -

Roma, 26 ott. (askanews) – In Argentina ha avuto un enorme successo di pubblico e di critica. Ora, dopo quattro anni di rappresentazione, “La de Vicente Lopez”, l’opera scritta nel 2007 dal famoso drammaturgo Julio Chávez, approda per la prima volta in Italia, prodotta, tradotta e adattata da Fabiana Pagani con la regia di Francesco Marchesi. Si intitola “InFamiglia” e andrà in scena a Roma al teatro “Tordinona” dal 31 ottobre al 4 novembre alle ore 21 e poi replicata il 5 alle ore 19. La settimana di rappresentazione romana vuole essere solo l’inizio. L’obiettivo è quello di portare questa avvincente pièce teatrale in giro per l’Italia. L’ambientazione originale è quella di un patio nei bassifondi di Buenos Aires, metropoli dalle grandi contraddizioni. Proprio per questo l’adattamento lo trasporta nella Roma odierna, corrotta e imbruttita, dove l’ascensore sociale è immobile. Fabiana Pagani, racconta l’importanza dei temi trattati: “Riportiamo in scena la storia di un ragazzo diversamente abile che viene escluso non solo dall’esterno ma principalmente dalla sua famiglia. Parliamo, da come si evince, un tema molto attuale”. Non è stato semplice riadattare l’opera per il pubblico italiano: “L’Italia è la prima Nazione a proporla dopo l’Argentina ma ho dovuto adattare l’opera per farla sentire più vicina al popolo italiano. – spiega Fabiana Pagani – Ad esempio nell’opera originale c’è la forte rivalità tra Argentina e Uruguay, mentre per l’Italia abbiamo utilizzato la rivalità tra romani e rumeni. In pratica abbiamo inserito diversi adattamenti per renderla più vicina al pubblico italiano”. “Quello che colpisce di quest’opera è che si utilizza l’ironia per trattare tematiche molto forti. Le persone ridono sentendo però un pugno nello stomaco, insomma lascia molto da riflettere” conclude la Pagani.

Infamiglia è uno testo unico. Spiazza costantemente. Unisce momenti esilaranti a drammatici colpi di scena. Riesce a coniugare situazioni estremamente credibili a una forte teatralità. Lo spazio è povero, un salone fatto di arredi di seconda mano con al centro una tavola imbandita ormai consumata che, in una perfetta allegoria dei rapporti tra i personaggi, rappresenta il nucleo familiare ormai consunto, una casa dismessa, fisicamente e moralmente. E’ abitata da personaggi crudi, senza fronzoli, con tutti i loro difetti e le loro fragilità, che hanno la familiarità di tanti archetipi e tanti tipi umani che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Grazie alla complessità dei loro rapporti e dei loro trascorsi nessuno di loro è un personaggio bidimensionale ma al contrario sono tutti estremamente profondi.