IgNobel, l’Italia tra i premiati con ricerca su successo e fortuna

Tra gli studi "folli" uno su come girare al meglio una manopola

SET 16, 2022 -

Scienza Roma, 16 set. (askanews) – Per avere successo in carriera occorre tanta fortuna e un pizzico di talento in più rispetto alla media. A dimostrarlo è la ricerca – dal titolo “Talent vs Luck: The Role of Randomness in Success and Failure” pubblicata su Advances of Complex Systems – realizzata dai docenti Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Alessio Emanuele Biondo dell’Università di Catania che si è aggiudicata l’IgNobel 2022 per l’Economia. Dunque anche l’Italia è sul podio di questa edizione degli IgNobel, consegnati durante una cerimonia organizzata dalla rivista Annals of Improbable Research che da 32 anni premia ricerche che fanno ridere e poi magari anche riflettere, condotte da scienziati e pubblicate su riviste. Tra i premiati ad esempio uno studio per dimostrare che quando tra due persone scatta la scintilla dell’attrazione i loro cuori battono all’unisono, una ricerca che prova a spiegare come gli anatroccoli riescono a nuotare in formazione, un’altra che individua il modo più efficiente di usare le dita per girare una manopola, un’altra ha sviluppato un algoritmo che aiuta i pettegoli a decidere quando mentire e quando dire la verità. Per i docenti dell’Università di Catania Alessandro Pluchino e Andrea Rapisarda (allora insieme con il sociologo Cesare Garofalo) – si legge sul sito dell’ateneo – si tratta di un nuovo successo avendo già conquistato un IgNobel, ma per il Management, nel 2010. “I premi Ig Nobel vengono assegnati ogni anno, dopo essere stati selezionati su più di 10 mila nomination, da un comitato composto anche da veri premi Nobel, durante una cerimonia molto divertente, ideata proprio per avvicinare la scienza al grande pubblico, a 10 studi pubblicati su riviste prestigiose con la motivazione che devono far prima ridere e poi pensare. I risultati di questa ricerca tutta catanese potrebbero sembrare a prima vista paradossali, ma, pensandoci un po’ su, inducono a riflessioni più profonde e interessanti” spiegano i ricercatori. “Attraverso un modello matematico ad agenti, simulato numericamente al computer, è stato quantificato il ruolo del caso nel raggiungimento del successo di un certo numero di persone dotate di un talento distribuito secondo una legge a campana, come del resto è quello del quoziente di intelligenza – spiegano -. Attraverso una dinamica molto semplice e intuitiva, abbiamo verificato come degli agenti, dotati anche di un capitale iniziale uguale per tutti, in seguito a incontri casuali con eventi positivi (che fanno raddoppiare il capitale di ognuno con una probabilità proporzionale al proprio talento) e negativi (che fanno dimezzare il proprio capitale) riescono a riprodurre la famosa legge di Pareto, per cui il 20% della popolazione possiede l’80% della ricchezza totale. Ma il risultato più interessante è stato che quasi sempre le persone che raggiungono il maggiore successo, nell’arco di una carriera di 40 anni, non sono quasi mai le persone più di talento, ma solo quelle più fortunate e con un talento poco sopra la media”. “Come dire – concludono – che il talento è necessario, ma non sufficiente per avere successo. Qualcosa che del resto vediamo ogni giorno intorno a noi, nonostante si cerchi sempre di premiare i più meritevoli”.