Papa sferza Chiesa: no a gruppetto soliti “puri”,sia accogliente

"Delle nostre solenni celebrazioni solo l'amore resterà"

GIU 6, 2021 -

Papa Roma, 6 giu. (askanews) – “Se manca la sete” di Dio “le nostre celebrazioni diventano aride. Anche come Chiesa, allora, non può bastare il gruppetto dei soliti che si radunano per celebrare l’Eucaristia; dobbiamo andare in città, incontrare la gente, imparare a riconoscere e a risvegliare la sete di Dio e il desiderio del Vangelo”. Lo ha detto Papa Francesco, celebrando la festa del Corpus domini in San Pietro e invitando la Chiesa ad essere “una sala grande”, “accogliente” soprattutto verso chi è “ferito” o ha un percorso “diverso”. “Se il nostro cuore, invece che a una grande sala, somiglia a un ripostiglio dove conserviamo con rimpianto le cose vecchie; se somiglia a una soffitta dove abbiamo riposto da tempo il nostro entusiasmo e i nostri sogni; se somiglia a una stanza angusta e buia perché viviamo solo di noi stessi, dei nostri problemi e delle nostre amarezze, allora sarà impossibile riconoscere questa silenziosa e umile presenza di Dio. Ci vuole una sala grande”, ha osservatoo Papa Francesco. “Bisogna allargare il cuore. Occorre uscire dalla piccola stanza del nostro io ed entrare nel grande spazio dello stupore e dell’adorazione. Questo è l’atteggiamento davanti all’Eucaristia, di questo abbiamo bisogno: adorazione – ha ribadito -. E anche la Chiesa dev’essere una sala grande. Non un circolo piccolo e chiuso, ma una Comunità con le braccia spalancate, accogliente verso tutti. Chiediamoci questo: quando si avvicina qualcuno che è ferito, che ha sbagliato, che ha un percorso di vita diverso, la Chiesa è una sala grande per accoglierlo e condurlo alla gioia dell’incontro con Cristo? L’Eucaristia vuole nutrire chi è stanco e affamato lungo il cammino, non dimentichiamolo! La Chiesa dei perfetti e dei puri è una stanza in cui non c’è posto per nessuno; la Chiesa dalle porte aperte, che festeggia attorno a Cristo, è invece una sala grande dove tutti possono entrare”. “Non puoi mangiare questo Pane se non dai il pane all’affamato. Non puoi condividere questo Pane se non condividi le sofferenze di chi è nel bisogno. Alla fine di tutto, anche delle nostre solenni liturgie eucaristiche, solo l’amore resterà. E fin da adesso le nostre Eucaristie trasformano il mondo nella misura in cui noi ci lasciamo trasformare e diventiamo pane spezzato per gli altri” ha concluso Papa Francesco.