Quesiti in Cassazione,parte iter per nuovi referendum Giustizia

Raccolta firme sotto l'ombrellone per Radicali e Lega su sei proposte. Al voto nel 2022

GIU 3, 2021 -

Giustizia Roma, 3 giu. (askanews) – Sono 6 i quesiti referendari in materia di giustizia presentati da Partito Radicale e Lega: responsabilità civile dei giudici; separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti; limiti a ricorso alla custodia cautelare; abrogazione della Legge Severino in materia di incandibilità; abolizione della raccolta firme Lista magistrati; voto per i membri non togati dei Consigli giudiziari. Con il deposito dei quesiti presso la Corte di Cassazione è iniziato dunque il lungo iter che – si augurano i promotori – porterà gli italiani al voto in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2022. Ma la strada è ancora lunga: dal 2 luglio i promotori avranno 90 giorni di tempo per raccogliere almeno 500mila firme sotto ogni quesito. Sarà poi la Corte di Cassazione a verificare – entro il 15 di dicembre – se l’obiettivo delle firme sarà stato effettivamente raggiunto (numero, tempi della raccolta, autenticità…). In caso di via libera dalla Cassazione, la parola passerà alla Corte Costituzionale che stabilirà se ogni singolo quesito è ammissibile o meno. I referendum ammessi potranno a quel punto essere indetti, sempre che nel frattempo il Parlamento non abbia legiferato accogliendo le richieste dei promotori. Tornando al merito dei quesiti, il primo mira ad introdurre la responsabilità civile dei Giudici a fronte di dolo o colpa grave, abrogando parti dalla legge 13 aprile 1988, n.117″Risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati”. In particolare, si chiede di abrogare la previsione che la vittima possa ricorrere solo “contro lo Stato” e la disposizione che impedisce la “chiamata in causa” del magistrato. Il secondo quesito è sicuramente il più complesso dal punto di vista dell’intervento sulla normativa attuale, prevedendo l’abrogazione di numerose disposizioni in diversi provvedimenti di legge. Il tutto alla fine della separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti. Il terzo quesito intende limitare la possibilità di disporre la custodia cautelare a carico di un indagato, nel caso – previstoattualmete dal DPR 22 settembre 1988 n. 447, “Approvazione del Codice di Procedura Penale” all’articolo 274, comma 1, lettera c) – in cui ci sia il rischio che cometta delitti “della stessa specie di quello per cui si procede”. Il quarto quesito chiede invece l’abrogazione dell’intero testo unico in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo, la cosiddetta legge Severino. E cioè quella che – ad esempio – nel novembre del 2013 causò la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Il quinto quesito intende invece limitare l’organizzazione in correnti dei magistrati per l’elezione del COnsiglio Superiore della Magistratura, proponendo l’abrogazione della raccolta firme a sostegno delle candidature prevista dalla Legge 24 marzo 1958, n. 195 (“Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della Magistratura”), all’articolo 25, comma 3 limitatamente a “unitamente ad una lista di magistrati presentatori non inferiore a venticinque e non superiore a cinquanta. I magistrati presentatori non possono presentare più di una candidatura in ciascuno dei collegi di cui al comma 2 dell’articolo 23, nè possono candidarsi a loro volta”. Il sesto e ultimo quesito, abrogando l’articolo 16 del Dlgs n.25 del 27 gennaio 2006, conferisce il diritto di voto ai membri non togati dei Consigli Giudiziari, che attualmente non possono partecipare alle discussioni e alle deliberazioni riguardanti i magistrati, ad esempio la loro preparazione o comportamento.