Riforme: 43 parlamentari Pd, mozione maggioranza e’ preoccupante

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(askanews) – Roma, 29 mag – Quarantatre’ parlamentari del Pd -fra cui i deputati Rosy Bindi, Pippo Civati, Sandra Zampa e isenatori Lura Puppato, Sergio Zavoli e Stefania Pezzopane -hanno firmato oggi un documento in cui mettono in evidenzaalcune preoccupazioni circa la mozione della maggioranzasulle riforme, al vaglio di Camera e Senato. ”Pur apprezzando i miglioramenti introdotti rispettoall’impianto originario, manifestiamo alcune preoccupazioni”scrivono i parlamentari, convinti che ”la deroga allaprocedura di revisione costituzionale rappresenta unoggettivo problema e un pericoloso precedente” anche perche”’l’estensione delle materie soggette a riforma cui si fariferimento nella mozione configurano una riscritturasostanziale della seconda parte della Costituzione la qualesemmai esigerebbe un sensibile rafforzamento del sistemadelle garanzie procedimentali”. Inoltre ”e’ quanto menodiscutibile che siano le Camere a chiedere al Governo diimpegnarsi a varare un disegno di legge costituzionale cheintroduca una tale deroga su materia eminentementeparlamentare quale quella della procedura di revisionecostituzionale” ed inoltre ”sulla questione della forma diGoverno e’ indispensabile che il lavoro istruttorio delComitato sia preceduto da un dibattito e un indirizzo delParlamento”.

Altro motivo di timore il fatto che ”nella parte finaledel dispositivo si prospetta anche l’ipotesi, dalla qualedissentiamo, di un solo progetto di riforma complessivaanziche’, come si richiederebbe, di provvedimenti distintiper titoli e materie sui quali, in Parlamento, possanoliberamente prodursi maggioranze non precostituite e diversein ragione dei singoli, specifici oggetti. Del resto, tutti iquattro ‘saggi’ nominati dal Presidente Napolitano che sisono occupati della questione, su questo punto concordemente,hanno prospettato, a conclusione dell’iter, referendumconfermativi ‘distinti per singole parti omogenee”’.

Infine ”nel testo della mozione si stabilisce un nessotra il buon esito delle riforme costituzionali e, a valle,l’eventuale e conseguente riforma delle legge elettorale, conil concreto rischio della ennesima, deprecabilestabilizzazione del ‘porcellum’, in aperta contraddizione conil solenne impegno da tutti proclamato della suacancellazione”.

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