Ucraina il 26 ricorda sotto le bombe la tragedia dell’Holodomor

Giulia Lami: uno dei motivi per cui non rimpiange passato sovietico

NOV 23, 2022 -

Milano, 23 nov. (askanews) – Per la prima volta l’Ucraina ricorda, sotto i bombardamenti russi, una data importante e tragica della sua storia: l’Holodomor, uno dei grandi crimini sovietici e forse un passaggio chiave che spiega il perchè Kiev non rimpiange il suo passato con Mosca. Uno sterminio per fame che colpì i contadini dell’Ucraina sovietica nel 1932-1933. “Non fu, come molti dicono, solo una sfortunata ricaduta della collettivizzazione delle campagne sovietiche, ma precisamente la forma che questa prese in Ucraina”. Lo afferma Giulia Lami, docente di Storia contemporanea d’Europa fra Est e Ovest e Storia dell’Europa orientale all’Università degli Studi di Milano. “Requisizione di tutti i beni alimentari, divieto di lasciare la campagna, sorveglianza armata fuori dai villaggi e nelle stazioni, chiusura dei confini del Paese: in pratica, morte per fame di milioni di contadini”, spiega Lami. “Il ruolo attivo dello Stato-partito è innegabile ed è questo che fa la differenza fra “carestia” e “holodomor””, aggiunge. Lami è anche autrice di “L’Ucraina in 100 date. Dalla Rus’ di Kyiv ai nostri giorni” (Della Porta, 2022), volume che ricostruisce la storia dell’Ucraina dall’antichità fino al fatidico 24 febbraio 2022. Un affresco storico che narra con ammirevole chiarezza dalle vicende degli Slavi orientali nei secoli IX-XIII all’elezione di Volodymyr Zelensky nel maggio del 2019 e l’aggressione russa nel 2022. E nel 2022, la Giornata del ricordo delle vittime della carestia cade il 26 novembre. Ed è importante anche per il suo significato nella prospettiva della guerra in corso. L’Holodomor “è uno dei grandi crimini sovietici e, quando è stato possibile parlarne, la rabbia e il lutto per ciò che era accaduto sono emerse e hanno determinato una presa di coscienza di ciò che un’intera generazione ha subito, senza potersi difendere. È anche per questo che l’Ucraina, in gran parte, non rimpiange il passato sovietico, ma guarda oltre, verso l’Europa, verso il resto del mondo, senza rimpianti”.