Turismo Radici, De Vita (Maeci): opportunità per scoprire origini

Per comunità italiane all'estero che vivono contesti multiculturali

MAR 31, 2022 -

Italiani nel mondo Napoli, 31 mar. (askanews) – Convegno ‘Rooting Experience. Turismo delle Radici e Grande Archivio” a Napoli, una mattinata di studio e sensibilizzazione dedicata al turismo delle Radici e al ruolo dell’Archivio di Stato partenopeo come volano per la ripartenza dell’Italia post Covid-19. “Questo progetto – ha spiegato Giovanni Maria De Vita, consigliere Direzione generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche migratorie del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale – riguarda anche la creazione di figure professionali specializzate nell’accoglienza e non solo. I turisti delle Radici hanno caratteristiche diverse dagli altri, magari ritornano con altri e decidono di comprare casa, di venire a vivere in Italia o di avere qui un punto di appoggio. Un esempio è il famoso regista Francis Ford Coppola che, originario di Bernalda in Basilicata, ha comprato lì un palazzo. Stiamo pensando anche a dei personaggi traino che possano aiutarci in questa comunicazione”. Nello specifico, il progetto delle Radici “parte dalla consapevolezza di allacciare delle nuove relazioni con le nostre comunità all’estero che sono un patrimonio eccezionale di cui non dispone alcun altro Paese al mondo: parliamo di circa 80 milioni di persone tra italiani di passaporto e oriundi italiani che vivono dappertutto dal Canada alla Nuova Zelanda. Abbiamo intercettato questo desiderio di soggetti attivi in Italia che promuovono un turismo speciale perché – ha spiegato De Vita – il turismo delle Radici è un’opportunità per scoprire le proprie origini italiane da parte di persone che vivono magari in contesti multiculturali, come il Canada, gli Stati Uniti, l’Argentina, l’Australia, il Brasile, in cui la riscoperta della propria identità diventa un fattore di consapevolezza e di tentativo di distinguersi da una massa che è omologata e globalizzata. Un fenomeno che la sociologia individua come post moderno e al quale si aggiunge il fatto che l’Italia sta vivendo una straordinaria popolarità non soltanto per il fatto che, indubbiamente, è il Paese che ha più siti patrimonio dell’Unesco ma anche perché la nostra enogastronomia è un unicum nel mondo: in un territorio così relativamente piccolo abbiamo circa 6.200 microclimi differenti che producono enogastronomia diversa”. “Vogliamo intercettare il desiderio di queste persone che vogliono scoprire le proprie origini e cercare di sensibilizzare soggetti ed enti locali per creare dei prodotti mirati all’accoglienza. Il turista delle Radici viene a effettuare un percorso, deve essere assistito nella ricerca delle sue origini. L’aspetto genealogico e documentaristico è importantissimo perché parla dei propri antenati. Uno degli aspetti emotivamente più importanti è proprio la lettura dei nomi degli antenati degli archivi comunali che devono essere pronti a ricevere queste persone così come la comunità deve essere pronta a consentire a queste persone di scoprire delle tradizioni che sono storiche, popolari ma anche gastronomiche, della cultura del dialetto. E’ ovvio che il ministero degli Esteri non è specializzato nell’offerta turistica, però, può rappresentare un ponte di collegamento tra ciò che avviene in Italia e le nostre comunità all’estero che vogliono comunicare queste opportunità invitandoli a fare questo viaggio nelle Radici in cui sono accolti e ovviamente benvenuti”, ha concluso De Vita.