Meroni (Confindustria Est Europa): in area opportunità rilancio

Per la presidente bisogna puntare a internazionalizzare

MAR 17, 2021 -

Roma, 17 mar. (askanews) – Undici rappresentanze internazionali associate, oltre mille aziende e più di 150mila dipendenti impiegati. Sono questi i numeri di Confindustria Est Europa, il network di associazioni di imprenditori italiani che operano nell’area dell’Europa centrorientale per sviluppare le proprie attività economiche nella regione. Un’area che ha un grande potenziale per la ripresa post-crisi, sia per il posizionamento geografico che per il sostegno garantito da alcuni Paesi per il rilancio delle attività, secondo la presidente Maria Luisa Meroni che ha presentato ad askanews le priorità e gli obiettivi del suo mandato.

“Bisogna cogliere le opportunità che si presentano come per esempio l’accesso ai finanziamenti del Next Generation Eu, questo sarà uno degli argomenti che darà un input alla ripresa economica – ha detto – E l’altro elemento di opportunità in particolare per le piccole e medie imprese che sono il motore del nostro sistema economico, ma a cui a volte per la loro posizione geografica l’internazionalizzazione fa un po’ paura: oggi c’è un reshoring, con l’avvicinamento geografico che i Paesi dell’Est Europa offrono, la filiera si accorcia e le opportunità sono maggiori e anche più alla portata delle varie realtà”.

La zona dei Balcani e dell’Europa centrorientale, infatti, ha fatto registrare dati importanti anche durante la pandemia di coronavirus, ha spiegato la presidente Meroni, che con la sua azienda, la Mbm Metalwork ltd, è attiva da anni nel settore della metalmeccanica in Bulgaria. “L’importanza dei Paesi della nostra Federazione la evidenziano alcuni dati: la nostra macro-area dell’Est Europa nei primi nove mesi del 2020 ha esportato il doppio della Cina, 21 miliardi di export contro i 10 miliardi della Cina, quindi questo è un dato importante e che fa capire l’importanza della nostra Federazione”.

Un dato imponente che ha visto Polonia, Romania e Ucraina sul podio, con 11,7 miliardi, 6,2 miliardi e 1,5 miliardi di export italiano rispettivamente nel periodo tra gennaio e novembre dello scorso anno.

“L’area che rappresentiamo pone molte opportunità in settori diversi. In questo momento il settore energetico per esempio in Montenegro e quello ambientale la fanno da padrona, poi abbiamo delle rappeesentanze internazionali che sono più focalizzate al manifatturiero, sul settore farmaceutico, sulle costruzioni, sull’automotive e il metalmeccanico come la Polonia, che si è affiliata di recente. Tutti settori che al di là delle agevolazioni fiscali offerte dal Paese – ha sottolineato Meroni – offrono opportunità anche per la posizione geografica in base alle necessità di ogni impresa”.