Von der Leyen a Polonia e Ungheria: fate ricorso alla Corte Ue

Su legittimità norme stato di diritto, invece di veti al bilancio

NOV 25, 2020 -

Bruxelles, 25 nov. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la maggioranza dei gruppi del Parlamento europeo hanno invitato l’Ungheria e la Polonia a presentare un ricorso alla Corte europea di Giustizia sulla legittimità del dispositivo che condizionerà il recepimento dei fondi Ue al rispetto dello stato di diritto da parte dei paesi beneficiari, invece di penalizzare i cittadini, i lavoratori e le imprese dell’Unione bloccando con il loro veto il bilancio comunitario pluriennale e il Recovery Plan di “Next Generation EU”.

E’ la quanto è emerso, in sintesi, dal dibattito di oggi nella plenaria dell’Europarlamento sulla preparazione del prossimo Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.

I governi polacco e ungherese (con l’appoggio anche di quello sloveno che però non ha posto il veto al bilancio pluriennale), sostengono che il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto – che era stato approvato unanimemente, in principio, dal Consiglio europeo a luglio, e che poi è stato trasposto in un un accordo legislativo fra la presidenza di turno tedesca del Consiglio Ue e il Parlamento europeo – non sarebbe in linea con i Trattati Ue.

“Se avete dubbi, avete davanti a voi una via chiara da percorrere: andate davanti alla Corte europea di Giustizia e sottoponete le nuove regole al suo giudizio. E’ quella la sede in cui normalmente risolviamo i disaccordi sui testi giuridici, e non a spese di milioni di europei che stanno aspettando con urgenza il nostro aiuto”, ha detto von der Leyen in aula, rivolgendosi ai governi polacco e ungherese.

Gli europei “hanno bisogno di una risposta urgente da noi. Ne hanno bisogno coloro che hanno dovuto chiudere temporaneamente i loro bar e ristoranti e negozi, coloro che vedono la propria sussistenza minacciata, coloro che temono di perdere il proprio lavoro. E molti di questi sono anche in Polonia e Ungheria”, ha sottolineato la presidente della Commissione.

L’accordo sulla tutela dello stato di diritto e sulla protezione del bilancio comunitario, ha aggiunto von der Leyen “è appropriato proporzionato e anche necessario”, ed è “difficile immaginare – ha osservato – che chiunque in Europa possa avere qualcosa contro questo principio”.

Durante il dibattito in aula, i rappresentanti di quasi tutti i gruppi politici hanno sollecitato il Consiglio ad approvare il bilancio pluriennale e consentire così ai fondi Ue di alleviare la crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, superando la situazione di stallo, ma senza cedere sui principi dello stato di diritto. Solo gli oratori del gruppo conservatore Ecr (a cui appartiene il partito di governo polacco Pis) e di quello dell’estrema destra sovranista Id (in cui milita la Lega) hanno sostenuto la legittimità del veto dei governi di Varsavia e Budapest.

In particolare, Manfrede Weber, il capogruppo del Ppe (la famiglia politica a cui appartiene il premier ungherese Viktor Orban), ha definito il veto di Varsavia e Budapest “irresponsabile”. “Quando sento le argomentazioni secondo cui la proposta sullo stato di diritto non sarebbe in linea con il Trattato di Lisbona, come dice Orban, io la vedo diversamente: rivolgiamoci allora alla Corte di Giustizia e vediamo chi ha ragione. Così funziona l’Unione europea, non imponendo veti”, ha affermato Weber. E ha concluso: “Il Parlamento europeo non indietreggerà neanche di un millimetro sullo stato di diritto, ed è bene che sia la Commissione a gestirlo, per utilizzarlo in qualunque Stato membro”.