Myanmar, Suu Kyi nega accuse di pulizia etnica contro Rohingya

L'Onu ha avviato un'inchiesta nell'ex Birmania

APR 6, 2017 -

Londra, 6 apr. (askanews) – La leader birmana Aung San Suu Kyi ha respinto le accuse di pulizia etnica ai danni della minoranza musulmana dei Rohingya in un’intervista esclusiva concessa alla Bbc, effettuata dopo che l’Onu ha avviato un’inchiesta nel paese del Sud-est asiatico.

“Non credo che vi sia alcuna pulizia etnica. Credo che la definizione ‘pulizia etnica’ sia troppo forte per spiegare quello che accade”, ha assicurato l’ex dissidente e Premio Nobel per la pace, leader de facto di Mayanmar.

Aung San Suu Kyi, il cui partito ha conquistato quasi la metà dei seggi vacanti alle legislative parziali del 1 aprile, aveva già respinto a fine marzo la decisione delle Nazioni unite di inviare una missione di indagine sulle recenti offensive contro i Rohingya addebitate all’esercito.

Seconda la “Signora di Rangoon”, esiste certamente “molto ostilità” in questa provincia dell’Ovest del Paese dove abitano oltre un milione di Rohingya, ma “sono dei musulmani che uccidono altri musulmani, quando credono che stiano collaborando con il governo”.

Trattati come stranieri dal governo di Myanmar (ex Birmania), un paese al 90% buddhista, i Rohingya sono apolidi, anche se alcuni di loro vivono nel paese da generazioni.

Lo scorso 10 ottobre l’esercito ha lanciato un’offensiva contro questa popolazione nello stato di Rakhine, una campagna che secondo l’Alto Commissariato Onu ai diritti dell’Uomo ha portato a una “pulizia etnica” e “molto probabilmente” a crimini contro l’umanità. 70mila persone sono fuggite nel vicino Bangladesh per sfuggire alle violenze. (fonte afp)