Francia, un mese dal primo turno delle presidenziali: cosa bisogna sapere

I candidati, i sondaggi, lo stato d'emergenza, le date

MAR 23, 2017 -

Roma, 23 mar. (askanews) – Un mese esatto dal primo turno delle presidenziali in Francia. In sintesi, cosa bisogna sapere sul voto a cui seguirà il ballottaggio del 7 maggio.

GLI 11 CANDIDATI

Undici i candidati, ma solo tre, secondo i sondaggi, davvero in corsa: per la destra dei Républicains Francois Fillon, per l’estrema destra del Fronte Nazionale Marine Le Pen, per il movimento social-liberale En Marche! del centrista Emmanuel Macron. Candidati di peso, ma considerati fuori gara, sono quello del Partito socialista Benoît Hamon e per la sinistra radicale di France Insoumise Jean-Luc Mélenchon: i loro voti saranno importantissimi al secondo turno .

Ci sono poi il candidato di Debout la France Nicolas Dupont-Aignan (più a destra di Fillon, moderato rispetto a Le Pen); François Asselineau per la destra ultranazionalista dell’Unione popolare repubblicana; il ‘gollista di sinistra’ Jacques Cheminade di Solidarietà e Progresso; Nathalie Arthaud dell’estrema sinistra di Lotta Operaia; Jean Lassalle ex centrista virato a sinistra; e per il Nuovo Partito Anticapitalista Philippe Poutou.

COSA DICONO I SONDAGGI

I sondaggi prevedono un ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Il gran favorito della prima ora, Francois Fillon, travolto da scandali e relativi problemi con la giustizia, è in difficoltà, ma non affonda, almeno per ora. Secondo un ultimissimo rilevamento diffuso realizzato dall’istituto Harris Interactive e diffuso oggi da France Television, l’ex ministro dell’Economia e leader del movimento centrista En Marche! arriverebbe in testa fin dal primo turno, con il 26% dei voti. Alle sue spalle si piazza la presidente del Front National con il 25% dei voti. Perde ancora terreno e resta al terzo posto il candidato della destra Francois Fillon, con il 18% dei consensi. A sinistra, il candidato socialista Benoit Hamon scende ancora (12,5%) e perde la quarta posizione a favore dell’esponente della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon (13,5%). Secondo questo sondaggio nessuno degli altri candidati raggiunge la soglia simbolica del 5%.

FRANCOIS FILLON

Super-favorito per l’Eliseo dopo la vittoria a sorpresa, shiacciante contro il sindaco di Bordeaux Alain Juppé alle primarie della destra dello scorso novembre, Fillon è ormai un candidato debole. Le rivelazioni della rivista satirica Canard enchaîné sugli impieghi fittizi alla moglie Penelope e ai figli hanno zavorrato la sua candidatura e la vicenda è sfociata in una triplice indagine formalizzata a suo carico per sottrazione di fondi pubblici, complicità e occultamento di sottrazione di fondi pubblici, occultamento di abuso di beni sociali ed omissioni agli obblighi dei dichiarazione all’Alta Autorità per la trasparenza della vita pubblica. Indagini in corso anche truffa e contraffazione. Fillon è riuscito tuttavia a difendere e mantenere la sua candidatura, malgrado le pressioni di un’ala del partito e l’ombra di Juppé come candidato di riserva. Si dice “convinto” che alla fine la giustizia “proverà questa innocenza” e che la stampa ha ordito un “omicidio politico” orchestrato dalla sinistra. Insomma, spera di poter ripetere il miracolo delle primarie, insistendo su temi come sicurezza, immigrazione (vuole quote fissate per legge in base alle capacità di ricezione del Paese), disciplina, programmi di scuola-lavoro e piani rafforzati per l’apprendistato dei giovani.

MARINE LE PEN

Marine Le Pen, galvanizzata dalla Brexit e dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, è accreditata di un 25% di voti, che non basterebbero a farla vincere al secondo turno, ma che significano un balzo in avanti di circa il 7% delle preferenze rispetto al 2012, quando già si candidò all’Eliseo. Dopo anni di cautela e relativa discrezione mediatica, Le Pen ora va all’attacco, puntando agli elettori che potrebbero scegliere lei al posto di Fillon, con argomenti come l’immigrazione, le tasse, l’identità nazionale. Se arriverà all’Eliseo, dice, convocherà un referendum sull’euro e la permanenza della Francia nell’Ue. Anche lei è nel mirino della giustizia per la questione degli assistenti pagati dall’Europarlamento ma usati per la politica nazionale e il parlamento europeo le ha tolto l’immunità parlamentare: ma questo non sembra scoraggiare i suoi elettori, anzi.

EMMANUEL MACRON

Doveva essere “una bolla”, ma la sua candidatura non è scoppiata, tutt’altro. Ben piazzato al centro dello scacchiere politico, a un mese dal primo turno il 39enne Emmanuel Macron sembra in grado di vincere la grande sfida di arrivare all’Eliseo – sarebbe il più giovane leader della storia francese moderna – sulle ali di un movimento, En Marche! (In Movimento, ma le iniziali sono quelle del suo nome e cognome) nato solo alla fine della scorsa estate. La sua esperienza da ministro dell’Economia dal 2014 al 2016 è legata alla riforma del diritto del lavoro, la discussa Loi du Travail, che ha affrontato il tabù dell’orario di lavoro e dei licenziamenti facilitati. La norma è passata a colpi di decreto, ma per quanto controversa è valsa a Macron la fama di ‘riformatore’ e politico in grado di mettere sul piatto anche temi impopolari. I media sono stati conquistati dalla love story con la sua professoressa di liceo, Brigitte Trogneux, sfociata in un matrimonio 8 anni fa (e messa in dubbio da voci di nozze-copertura della presunta omosessualità di Macron, che sarebbero partite dalle fabbriche russe di fake news). Il punto debole di Macron appare l’alta percentuale di indecisi nel suo elettorato, coloro che “potrebbero” votare il giovane ex ministro e l’evanescenza del sostegno parlamentare in caso arrivasse all’Eliseo.

STATO D’EMERGENZA

Per la prima volta i francesi andranno alle urne (presidenziali, ma anche legislative) con lo stato di emergenza in vigore. Non era accaduto neppure durante i momenti più duri della Quinta repubblica, per esempio durante la guerra di Algeria. E a un mese dal primo turno della sfida per l’Eliseo gli allarmi si moltiplicano: minaccia terrorismo, naturalmente, ma anche la paura di attacchi informatici sullo stampo di quelli che hanno condizionato la campagna elettorale negli Usa.

LE DATE DA RICORDARE

23 aprile: primo turno delle presidenziali. I seggi apriranno alle ore 8 e saranno chiusi alle 19.

Entro il 26 aprile: proclamazione ufficiale dei risultati del primo turno da parte del Consiglio Costituzionale.

7 maggio: secondo turno delle presidenziali.

11 maggio: proclamazione ufficiale dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

11 maggio: fine del mandato di Francois Hollande.

17 maggio: proclamazione ufficiale dei risultati del secondo turno da parte del Consiglio costituzionale.