Il re giapponese del sesso dà l’allarme: penuria di pornostar maschi

Shimiken, il "Cristiano Ronaldo del sesso": siamo come i panda

MAG 8, 2015 -

Roma, 8 mag. (askanews) – Lo chiamano il “Cristiano Ronaldo del sesso”, è un attore amato dagli affezionati spettatori ed è ricco e famoso. Ma ha un cruccio: la sua categoria – quella dei pornostar maschi – sta scomparendo. E così il re del cinema per adulti giapponese, il leggendario Shimiken, s’è voluto sfogare con un’intervista all’agenzia di stampa France Presse.“E’ un duro lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare” ha affermato Ken Shimizu, 35 anni, una vita dedicata al piacere. Il suo curriculum è difficilmente eguagliabile: ha avuto rapporti con 8mila donne in 7.500 film. Ma quando è troppo è troppo: Shimiken non può fare tutto da solo. “Noi siamo una specie in via d’estinzione” si è lamentato. “Ci sono – ha continuato – solo 70 attori maschi per 10mila donne”.La chiamata alle armi di Shimiken è stata lanciata con un tweet nel quale ha sostenuto che le pornostar maschio sono “meno delle tigri del Bengala vive” e che sono “sempre più rare, come i panda”. Ovviamente ha ricevuto migliaia di rilanci da parte dei suoi affezionati fan. Non è chiaro, tuttavia, quanti di loro siano seriamente intenzionati a rispondere all’appello.Non è che i soldi non girino: tutt’altro. L’industria dei “video per adulti” (AV), in Giappone, fattura qualcosa come 20 miliardi di dollari all’anno e non conosce crisi. Shimiken è in condizione di fare la bella vita: guida una vecchia auto sportiva DeLorean (quella di “Ritorno al futuro”) e si presenta in giro con biglietti da visita a forma di fallo, per indicare immediatamente la natura del suo lavoro. Gli impegni sono tanti: gira qualcosa come due o tre film al giorno, per un totale di due ore quotidiane di sesso, un ritmo da atleta olimpico. Il suo problema tuttavia non è questo: “Faccio questa vita da 17 anni e non mi sono mai stancato”. E non si fa fatica a crederci. E’ solo che “per gli spettatori è noioso vedere sempre gli stessi attori, questa è la mia più grande preoccupazione”.Mos/Int