Banche, Abi-Cerved: Npl su imprese tornano a salire dopo 10 anni

Ma resteranno ampiamente sotto picchi 2012. L'Outlook 2022-2024

GEN 31, 2023 -

Roma, 31 gen. (askanews) – Tra rallentamento dell’economia, alta inflazione, strette ai tassi di interesse e venir meno di diverse misure di sostegno alle imprese, per la prima volta da 10 anni a questa parte tornano a salire i crediti deteriorati sui prestiti bancari verso le aziende in Italia. Lo prevede il rapporto curato da Abi e Cerved sul 2022-2024, secondo cui alla fine dell’anno da poco chiuso il tasso di deterioramento del credito alle imprese – indicatore che esprime la percentuale dei crediti in bonis ad inizio anno che nel corso dell’anno diventano non performing (Npl) – ha raggiunto il 2,3%, a fronte del 2% segnato nel 2021. E nel 2023 questa voce continuerà ad aumentare, al 3,8%, tornando così ai livelli del 2017, per poi riprendere una dinamica di moderazione l’anno successivo, al 3,4% nel 2014, Ma anche così, secondo l’analisi resterebbe su valori ampiamente inferiori ai preoccupanti picchi registrati nel 2012 (7,5%). Il peggioramento coinvolge ogni settore e classe dimensionale di impresa, con alcune divergenze nella dinamica: solo le costruzioni fanno registrare tassi di deterioramento minori rispetto al 2019, mentre all’opposto è più accentuato sulle microimprese, che registrano il livello più alto di nuovi crediti in default, rilevabile già nel 2022. L’Outlook Abi-Cerved 2022-24 è l’ultimo report che lAssociazione bancaria e la società di analisi e valutazioni sul merito di credito realizzano periodicamente in base alle stime dei flussi dei nuovi crediti deteriorati delle imprese (dati che oltre alle sofferenze includono, dunque, anche i crediti che le banche devono classificare come inadempienze probabili o crediti scaduti), con dettagli dimensionali, per settore e per area geografica. Secondo l’analisi, il peggioramento in corso della qualità del credito risente dell’indebolimento della domanda a cui si associa una cospicua spinta inflattiva delle materie prime e del caro energia. Inoltre, riporta un comunicato, il costante innalzamento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea ha incrementato il costo del debito per le imprese, che a causa del quadro instabile non riescono a pianificare correttamente le azioni e non fruiscono più delle misure di sostegno al credito adottate durante la pandemia, ora solo parzialmente sostituite. “Nel corso del 2023, a causa delle incognite derivanti dal contesto geo-politico e con la fine certa dalle misure emergenziali applicate nel periodo pandemico, i crediti deteriorati delle imprese torneranno ad aumentare – afferma Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved Group – Ci aspettiamo però impatti moderati sulla nostra economia: il mercato negli ultimi anni si è strutturato non solo per gestire un aumento dei volumi ma è anche maturato nelle politiche di gestione da parte delle banche e degli operatori specializzati per fronte a questa emergenza. È quindi un mercato in grado di gestire i volumi di NPL attesi. Sarà sempre più importante l’utilizzo di strumenti, algoritmi e tecnologie: è un fronte su cui Cerved è fortemente impegnata per smaltire rapidamente i crediti deteriorati e finanziare la ripresa”. Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini ha riportato l’attenzione su istanze che l’associazione porta avanti da tempo. “Il previsto rallentamento del ciclo, le tensioni geo-politiche e il rialzo dei tassi di interesse, determineranno da quest’anno una crescita del rischio di credito che, seppur pienamente gestibile dalle banche, interrompe il lungo processo di discesa iniziato nel 2012. L’inversione della tendenza è un segnale che conferma l’esigenza di interventi – ha affermato – volti a facilitare la ristrutturazione dei crediti e, in generale, di misure a tutela della sostenibilità del debito delle imprese, aumentato per effetto della pandemia”.