Nel 2022 distribuzione moderna ha assorbito 3,9 mld rincari agroalimentare

Studio The European House-Ambrosetti per Adm: risparmi 77 euro a famiglia

GEN 16, 2023 -

Milano, 16 gen. (askanews) – Nel 2022 le aziende della distribuzione moderna hanno assorbito 3,9 miliardi di euro di aumenti dei prezzi dei prodotti agroalimentari praticati all’ingrosso. Questo, secondo il position paper “L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico della Distribuzione Moderna” di The European House-Ambrosetti per l’Associazione Distribuzione Moderna, ha consentito “un risparmio fino a 77 euro al mese a famiglia”. Per fare qualche esempio riportato dal position paper, a fronte di una variazione dei prezzi del latte all’ingrosso del 38,3% a settembre 2022 rispetto allo stesso mese del 2021 l’aumento al dettaglio è stato del 13,7% o come nel caso delle uova a fronte di un +37,1% all’ingrosso c’è stato un +16,6% al dettaglio. Conseguenza di questo il fatto che a valore le vendite al dettaglio di prodotti agroalimentari a novembre 2022 su novembre 2020 sono cresciute del 6,3% mentre a volume sono calate del 7,2% (elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat), in un contesto di mercato dove i consumi alimentari da oltre un decennio sono praticamente immobili. Questi dati assumono rilevanza se si considera che il settore distributivo italiano nella filiera agroalimentare è responsabile dell’80% degli acquisti attraverso una rete di 25mila punti vendita. Dei 600 miliardi di euro di fatturato complessivi della filiera (50 miliardi dall’export), 155 miliardi sono generati dalle aziende della distribuzione moderna, con un valore aggiunto italiano per oltre 52 miliardi di euro tra diretto (25,6 miliardi) e indiretto (21,3 miliardi derivante dalle filiere di fornitura e subfornitura) e indotto (5,2 miliardi), cioè generato dagli occupati nella distribuzione moderna e nelle filiere attivate. Su tutto il territorio nazionale la distribuzione moderna ha circa 440mila occupati diretti (+3,1% vs 2019) e 3,3 milioni indiretti, considerando anche le filiere attivate. Nel Mezzogiorno, inoltre, il settore è al quarto posto per incidenza degli assunti, e in termini di lavoro femminile e giovanile registra rispettivamente un +32% e +67% degli occupati rispetto alla media nazionale.