Roma, 4 nov. (askanews) – La presidente della Bce, Christine Lagarde ha ribadito l’intenzione di proseguire nella manovra rialzista sui tassi di interesse. E anzi, intervenendo a Tallin, ha in qualche modo rilanciato la retorica restrittiva, avvertendo che limitarsi a rimuovere l’accomodamento monetario, che per quanto riguarda i tassi significa raggiungere il livello di neutralità “potrebbe non bastare”, a far calare l’inflazione ai livelli obiettivo. Tradotto in termini concreti significa preparare il terreno a che i tassi debbano essere alzati a livelli con un consistente effetto restrittivo. Il tutto dopo che l’istituzione, in meno di quattro mesi, ha già aumentato i tassi di riferimento per l’eurozona di 200 punti base, con l’ultimo rialzo la scorsa settimana di nuovo molto consistente, pari a 75 punti base. Attualmente il principale riferimento sul costo del denaro è al 2% e generalmente gli analisti ritengono che arriverà quantomeno al 3% il prossimo anno. Lagarde è stata invece più prudente per quanto riguarda un altro canale di intervento che potrebbe essere attivato più avanti: la progressiva riduzione degli stock di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati dalla Bce nei passati anni di crisi. Ma questo non significa minimamente non avere un atteggiamento risoluto nel contrasto dell’inflazione. Perché “se lasciamo correre l’alta inflazione troppo a lungo, poi sarà più difficile riportala” al target. Lagarde ha fatto nuovamente ricorso all’aneddoto del dentifricio, coniato nel secolo scorso dall’allora presidente della Bundesbank, Karl Otto Pöhl: “quando fai uscire il dentifricio dal tubetto – ha detto durante un convegno della banca centrale dell’Estonia – poi diventa difficile rimettercelo dentro”. Aveva già usato questo paragone a inizio ottobre. La presidente continua a non sbilanciarsi su quale sarà il livello finale del costo del danaro. Ma avverte che sarà “la politica monetaria a determinare” se gli shock che hanno sospinto i prezzi “indurranno un’inflazione persistente”. E alla Bce “non consentiremo che questo accada”, ha detto. “Pertanto dovremo innalzare i tassi su livelli che ci permetteranno di conseguire il nostro obiettivo di un’inflazione a medio termine del 2%. La meta finale del percorso dei tassi di interesse è chiara, ma non l’abbiamo ancora raggiunta. Non dobbiamo e non possiamo permettere che l’inflazione elevata si radichi – ha ribadito -. Il nostro impegno è riportare l’inflazione all’obiettivo di medio termine, con la determinazione di adottare le misure necessarie a tale scopo. Quanto più i cittadini avranno fiducia nel ritorno tempestivo dell’inflazione al 2%, tanto più ordinato sarà il processo di adeguamento”. Quanto alla futura manovra di riduzione degli stock di titoli, Lagarde ha lanciato un messaggio di prudenza: “credo che collettivamente dobbiamo ammettere che non sappiamo granché sull’inasprimento quantitativo (quantitative tightening)”. E sempre su questo aspetto, Lagarde ha anche rilevato che dopo la decisione di inasprire pesantemente i tassi sui finanziamenti di lungo termine alle banche (Tltro III), e le conseguenti eventuali restituzioni anticipate di questi fondi “avremo anche alcune indicazioni di cui tenere conto”, sempre al direttorio del 14 dicembre. Infine ha lanciato nuovi richiami alle politiche di Bilancio. Dovrebbero astenersi da misure che rischino di “accentuare le pressioni inflazionistiche”, perché questo “costringerebbe la Bce a un inasprimento della politica monetaria superiore a quanto altrimenti necessario”.
Lagarde risoluta sui rialzi dei tassi, più cauta su dismissioni titoli
Limitarsi a rimuovere l'accomodamento monetario "porrebbe non bastare"