Gdo, fatturato 2021 marca distributore 11,7 mld, atteso 2022 in crescita

Famiglie italiane hanno risparmiato 2,1 mld lo scorso anno

MAR 15, 2022 -

Gdo Milano, 15 mar. (askanews) – Nel 2021 il fatturato della marca del distributore si è attestato a 11,7 miliardi di euro, con una quota di mercato del 19,8%, sostanzialmente in linea rispetto al 2020 quando, complice la crisi pandemica, aveva registrato una accelerazione nella crescita con un miliardo di fatturato in più rispetto ai 12 mesi precedenti, a 11,8 miliardi, e una quota di mercato del 20% (contro il 19,5% di un anno prima). E’ quanto emerso dalla conferenza stampa organizzata a Milano dall’Associazione distribuzione moderna e da Bologna Fiere per presentare la 18esima edizione della fiera Marca by BolognaFiere (a Bologna dal 12 al 13 aprile 2022), in cui sono stati anticipati alcuni dati della ricerca congiunta di The European House – Ambrosetti e Ipsos che verrà illustrata nel convegno d’apertura della fiera. All’interno dell’industria alimentare la marca del distributore incide per il 7,7% sul fatturato complessivo in crescita rispetto al pre-Covid (era il 7,4% nel 2019) e pesa per il 60% sulla crescita dell’industria alimentare nel mercato domestico al netto dell’export dal 2003 a oggi. Impiega 240mila persone lungo tutta la filiera e sostiene più di 1.500 aziende del settore agri-food che forniscono prodotti commercializzati con la marca dell’insegna della distribuzione moderna. Punto di forza della marca del distributore è il prezzo, che è tendenzialmente più basso di un 20-30% rispetto all’analogo prodotto di marca: nel 2021 l’acquisto di questi prodotti, secondo la ricerca Ambrosetti, ha consentito agli italiani di risparmiare 2,1 miliardi di euro, circa 100 euro per famiglia. “Nei dati di questi giorni aumenta un po’ di più il prezzo della marca del distributore dei prodotti di marca ma quel delta di 25-30 punti rimane molto alto”, ha detto Marco Pedroni, presidente di Adm che durante la conferenza stampa ha spiegato: “Nel complesso tutte le insegne della grande distribuzione stanno investendo sulla marca del distributore. Ora la direzione per la marca del distributore è quella di non essere un surrogato dell’industria di marca. Nel 2020 è cresciuta in modo molto importante per la sua capacità di offrire una risposta fondamentale alle esigenze del consumatore, il secondo anno ha avuto piccolo rimbalzo. Io ora mi aspetto una crescita significativa e i primi dati 2022 lo dicono: questo sarà un anno in cui le quote della Mdd cresceranno, se invece mi chiedete se aumenteranno i volumi ho molta più incertezza”. “Per la marca del distributore la crescita tendenziale di lungo periodo è stata robusta mentre la marca leader è scesa dal 30 al 20% dal 2003 a oggi – ha dichiarato Valerio De Molli, managing Partner e ceo di The European House – Ambrosetti – osserviamo uno strappo al rialzo un anno e un consolidamento poi nei successivi nell’andamento del trend crescita della Mdd. Ci aspettiamo che nel 2022 ci possa essere un ulteriore strappo al rialzo considerato anche il fatto che, fatta eccezione per la Gran Bretagna che ha una penetrazione del 52% della Mdd, il resto d’Europa ha un 30-33%”. “La marca del distributore non è una copia dei prodotti di marca ma è molte volte un prodotto a sè – ha concluso Pedroni – è un elemento di risparmio, di difesa del potere di acquisto e credo diventerà più importante nelle prossime settimane: molte imprese della gdo stanno spingendo su questo elemento di tutela del potere d’acquisto delle famiglie perchè è possibile una forte frenata alla ripresa che sembrava ben avviata ma che credo avrà un durissimo colpo” dalla situazione contingente.