Banche: Fabi, no ai ricatti dell’Abi

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(askanews) – Torino, 18 ott – La Fabi dice ”No ai ricattidell’Abi”. Dopo aver interrotto le relazioni, a causa delladisdetta, con 10 mesi di anticipo, del contratto da partedell’associazione delle banche il sindacato dei bancari siprepara allo sciopero in tutta Italia il prossimo 31 ottobreall’interno del quale e’ prevista anche una manifestazionedavanti alla sede della Cassa di Risparmio di Ravenna, labanca guidata dal presidente Abi, Antonio Patuelli. ”Siamo pronti a sederci al tavolo e discutere, ma solo acondizione che l’Abi tolga la disdetta perche’ non si trattasotto ricatto”, dice Lando Sileoni, segretario generaledella Fabi al congresso provinciale del sindacato a Torino,che sottolinea la neccesita’ di un contratto nazionale senzail quale si rischierebbe una ”balcanizzazione” delsettore.

L’accusa del sindacato e’ che le banche vogliano scaricarela crisi dei crediti in sofferenza sul costo del lavoro,tagliando filiali e organici. Dal Duemila a oggi, sottolineail sindacato, le banche hanno tagliato 49.800 addetti, e sonostati fatti accordi per ulteriori 20mila uscite.

Si possono fare accordi, sottolinea il sindacato cherivendica il ruolo di ammortizzatore garantito fino ad oggidal fondo di solidarieta’, a patto che non si scelganosoluzioni traumatiche.

”La verita’ – oserva il segretario aggiunto Mauro Bossola- e’ che i banchieri non hanno idea di un modello di banca.

E il loro progetto industriale si limita al taglio deicosti”.

”Quando l’Abi dice che la disdetta contrattuale e’ soloun fatto tecnico – aggiunge Bossola – mente sapendo dimentire perche’ non abbiamo avuto nessuna risposta su qualemodello di banca si intende proporre. Noi siamo per una bancacommerciale sul territorio che valorizzi i clienti e idipendenti”. eg/mau