Rai: Libersind Confsal contro gli esodi forzati

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(askanews) – Roma, 30 mag – I sindacati Rai sono stati convocatida Unindustria su mandato della direzione del personale diViale Mazzini in merito all’avvio della cosiddetta ”secondafase di esodo”, che prevede, senza incentivazione,l’obbligatorieta’ al pensionamento di quanti abbiano gia’maturato i requisiti previsti dalla legge. Tale fase, a diredell’azienda, si legge in un comunicato di Libersind-Confsal,si rende necessaria ed indifferibile per ridurre il costo dellavoro di circa 60 milioni di euro a regime, a fronte dellasituazione economica aziendale che marca un ulterioreaggravamento. Al fine di ottenere l’obbligatorieta’ didelega, da parte di questi lavoratori, la Rai intenderebbeprocedere applicando quanto previsto dalla legge 223 del 1991sui licenziamenti collettivi, legge alla quale ricorrono leaziende private in stato di crisi.

In alternativa alla effettiva dichiarazione di stato dicrisi, la Rai ha proposto alle organizzazioni sindacali unaccordo per gestire, sempre nell’ambito di attuazione dellalegge 223, una applicazione non traumatica che preveda, dauna parte la fuoriuscita obbligatoria di circa 140 lavoratoriaventi requisiti di pensionamento e dall’altra un parzialereintegro degli organici attraverso il ricorso a selezioni eanticipazioni delle stabilizzazioni dei lavoratori a TD.

Il Libersind Confsal si e’ detto contrario e preoccupatoda cio’ che reputa particolarmente pericoloso, perche’ ilricorso alla legge 223/91 non solo lede i diritti individualidelle persone coinvolte, ma anche perche’ si tratta di unalegge che non e’ stata mai applicata in Rai e che potrebbetrasformarsi in uno strumento per accedere, in un prossimofuturo, all’abbattimento dei livelli occupazionalinell’azienda.

red/rf