Lavoro: proposta Cgil per garantire gli under 29 (1 update)

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(askanews) – Roma, 31 gen – Garantire agli under 29, entroquattro mesi dal termine degli studi o dalla perdita di unimpiego, una buona offerta di lavoro, un corso diperfezionamento, un contratto di apprendistato o un tirociniodi qualita’. E’ questa in estrema sintesi la propostapresentata oggi dalla Cgil per affrontare il nodo delladisoccupazione giovanile, rivolta a quei 2,1 milioni digiovani tra i 15 e i 29 anni noti come i Neet, ovvero che nonsono iscritti a scuola ne’ all’universita’, che non lavoranoe che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamentoprofessionale.

Una proposta, lanciata oggi dalla Cgil nel corsodell’iniziativa ‘Garantiamo Noi! Un Paese all’altezza dellenostre capacita’. La Youth Guarantee anche in Italia’, chericalca quanto annunciato lo scorso 5 dicembre dallaCommissione Europea, vagliato poi dal Parlamento diStrasburgo, con l’adozione del ‘Pacchetto Giovani’. Controquella che definisce essere l’ ”Ereditalia”, ovvero ”unpaese ingessato, nel quale le fortune ereditate dallafamiglia di origine, siano esse beni, relazioni, professioneo impresa, rendono ogni giovane socialmente predestinato”,la Cgil sostiene infatti che la ‘Garanzia Giovani’ possaoffrire ”una preziosa opportunita’ di innovazione, in lineacon gli standard avanzati dalla Commissione Europea”. Le misure del sindacato di corso d’Italia prevedono che:”Ogni giovane che abbia terminato gli studi, o perso illavoro, sia preso in carico dai servizi all’impiego che conlui formulano un percorso di orientamento e inserimentolavorativo oppure un progetto mirato di autoimpiego; iservizi all’impiego si impegnino a fornire una concretaproposta di lavoro (a tempo indeterminato o con contratto diapprendistato) oppure una esperienza qualificante diformazione/tirocinio entro un margine di 4 mesi dall’iniziodel periodo di disoccupazione o dal termine degli studi;l’interessato stipuli con i servizi all’impiego un vero eproprio contratto di ricerca di occupazione, che certifica lostato di disoccupazione e ne stabilisce diritti e doveri”.

Il tutto andrebbe sovvenzionato attraverso la creazione diuno specifico ‘Fondo nazionale per l’attuazione dellaGaranzia Giovani’, che sia moltiplicatore di risorsecollegato all’utilizzo dei fondi strutturali.

Le misure nel suo complesso dovrebbero per la Cgil essereadottate con una legge quadro dello Stato, ”che ne delineile risorse, gli obiettivi, gli standard qualitativi, glistrumenti di valutazione”, mentre alla competenza delleRegioni ”deve spettare la declinazione territoriale anche inrelazione ai programmi operativi regionali determinati perl’utilizzo dei Fondi strutturali”. Se i destinatariindividuati sono tutti i giovani under 29 che hanno appenaterminato gli studi o hanno perso un lavoro (la CommissioneEuropea indica il limite dell’eta’ di 25 anni ma in Italiaandrebbero considerati i tempi piu’ lunghi dei percorsiformativi e i limiti previsti dall’apprendistato), laproposta prevede l’adozione di una serie di azioni disistema.

Si parte dal potenziare i servizi all’impiego. In Italia,infatti, ”a causa della miopia di scelte operate da tempo”,la rete dei servizi all’impiego e’ piuttosto fragile escarsamente efficace: solo il 2,7% dei giovani trova lavoroattraverso i centri per l’impiego. Il 38,1 % trova lavorograzie ad amici, parenti e conoscenti. E’ quindi prioritario”rafforzare la rete dei servizi pubblici all’impiego”.

Fornire poi una offerta di formazione professionale efficacee coerente: i corsi di formazione devono avere l’obiettivo dirafforzare e diffondere competenze coerenti con i fabbisognidel territorio e con le sue prospettive di sviluppo. A questofine le Istituzioni pubbliche locali, insieme alle partisociali, devono essere pienamente responsabili nel coordinarela programmazione dell’offerta formativa e nel valutare expost la sua efficacia. Garantire poi una offerta di tirocinio e apprendistatorealmente di qualita’. Le occasioni per i giovani diinserimento nel mondo del lavoro ”devono essere esperienzein grado di arricchire il bagaglio professionale, constandard di qualita’ certificati e monitorati, in particolarein relazione ai tirocini troppo spesso diventati occasioni disfruttamento del lavoro giovanile”. Nel dettaglio, anche inrelazione alle linee guida recentemente approvate dallaConferenza Stato-Regioni, la Cgil ritiene che ”debbanoessere promosse normative uniformi e che prevedano alcunilimiti: la durata massima non deve superare i 6 mesi e nondevono poter essere attivati oltre 12 mesi dalla fine di unpercorso di studio”. Si ribadisce invece il giudizionegativo sull’attivazione precoce del contratto diapprendistato attualmente prevista a partire dai 15 anni.

Il sindacato chiede poi incentivi alle assunzioni:”Riorganizzare il sistema di agevolazioni – spiega nellaproposta -, superando eventuali disparita’ e allo stessotempo utilizzando criteri di selettivita’, per favorire areee gruppi maggiormente svantaggiati, e per sostenere processidi innovazione nei settori di interesse strategico. Leagevolazioni devono inoltre essere finalizzate a favorire leassunzioni a tempo indeterminato e/o i processi distabilizzazione di coloro che sono impiegati con contrattiprecari”. Previste poi misure di sostegno allaprogettualita’ e all’autoimpiego: ”E’ necessario prevedereun sostegno economico ai progetti di inserimento eauto-impiego, siano essi periodi all’estero, esperienzeformative, progetti di imprenditorialita’ giovanile,creazione di start up o attivita’ professionali”. Infine,accesso alla professione: ”Deve essere sancito il diritto adun equo compenso per tutto il periodo di praticantato(diversamente da quanto contenuto nella recentissima riformadell’ordinamento forense). Stessa cosa vale per iprofessionisti che lavorano con altre forme pressocommittenti siano essi imprese o studi professionali”.

did/