Bce, giovedì board e nuove stime mentre crescita globale vacilla

In primo piano altalena mercati, bassa inflazione e risalita euro

SET 1, 2015 -

Roma, 1 set. (askanews) – Le turbolenze estive dei mercati e i rischi di rallentamento dell’economia globale saranno i temi più pressanti che i banchieri centrali dell’area euro troveranno al rientro dalla pausa estiva. Dopo molti mesi, quindi, non ci sarà più solo il caso Grecia a tenere banco. Anzi, la riunione del Consiglio direttivo che si terrà giovedì 3 settembre, preceduta dalla consueta cena informale, sarà innanzitutto occasione per fare un punto sul quadro generale dell’economia e sulle sue implicazioni per il compito che i trattati europei affidano alla Bce: garantire la stabilità dei prezzi.

Nonostante cinque mesi di energico “quantitative easing”, l’inflazione media dell’area euro, ad un mesto 0,2 per cento ad agosto, lo stesso livello di luglio, resta ben lontana dal valore che l’istituzione si fissa come obiettivo: vicina (ma sotto) al 2 per cento. Proprio per favorire un riavvicinamento della crescita dei prezzi a valori più ragionevoli, la Bce ha portato praticamente a zero i tassi di interesse ufficiali e parallelamente ha avviato e progressivamente ampliato un programma di acquisti di titoli. Soprattutto, dal marzo scorso lo ha allargato alle emissioni pubbliche, in modo da effettuare ogni mese interventi da 60 miliardi di euro.

Il varo di questa manovra ha consentito di ridimensionare in maniera netta il vigore dell’euro sul mercato dei cambi, che tendeva a frenare le esportazioni e in questo modo anche la crescita economica. Ma anche qui, dopo un minimo poco sopra 1,04 dollari toccato a marzo, la valuta condivisa ha recuperato decisamente terreno, riportandosi stabilmente sopra quota 1,12 nell’ultima parte di agosto.

Anzi, nella recente fase di accentuata volatilità delle Borse l’euro è sembrato riacquistare un ruolo di porto sicuro per gli investitori. Nemmeno la prospettiva, ancora da verificare, di un possibile avvio di inasprimenti monetari della Federal Reserve, la banca centrale americana, con ipotetici rialzi dei tassi in arrivo è riuscita a riportare l’euro-dollaro ai minimi del marzo scorso.

Ad ogni modo il Qe procede e nella passata settimana la Bce ha acquistato titoli di Stato di paesi dell’area valutaria per altri 9,8 miliardi di dollari. A 2.558 miliardi di euro, l’ammontare totale del bilancio della Bce è parallelamente cresciuto di quasi 10 miliardi. Ma ci sta ancora molta strada da fare visto che a più riprese, nei mesi scorsi, il presidente Mario Draghi ha spiegato che si punta a riportare questa voce in prossimità del picco toccato nel giugno del 2012, 3.100 miliardi di euro che corrispondevano al 34 per cento del Pil dell’area. Un anno fa questo rapporto era caduto al 21 per cento.

Intanto l’economia globale mostra segnali di indebolimento, in particolare in Cina dove le indagini sull’attività del gigantesco manifatturiero hanno segnato i valori più bassi da oltre sei anni. Finora Eurolandia come insieme sembra aver mantenuto lo slancio, ma ci sono sacche di debolezza che oltre alla Grecia coinvolgono anche la Francia. E segnali di frenata sono giunti anche dagli Usa, dove le relative indagini sull’industria risultano ai minimi da due anni. Quanto alla Grecia, per quanto in una situazione meno drammatica di quanto appariva a luglio, la strada verso una possibile soluzione resta piena di insidie, a cominciare dalle eventuali nuove elezioni politiche.

Insomma, un quadro molto articolato nel quale la Bce potrebbe scegliere di mantenere lo status quo, come son sembrati suggerire i rari interventi giunti nel corso di agosto da esponenti del direttorio, come il vicepresidente Vitor Constancio. Le decisioni sui tassi di interesse, su cui non sono previste variazioni, verranno comunicate alle 13 e 45. Successivamente, alle 14 e 30 Draghi incontrerà i giornalisti per la consueta conferenza stampa esplicativa, nel corso della quale illustrerà anche le nuove previsioni su crescita economica e inflazione dei tecnici della Bce.